Irruzione senza ostacoli: indagini sui 14 neofascisti e sul leader che lavora in Regione

Le ipotesi di reato sono interruzione di pubblico servizio con pene di due anni che potrebbero salire a cinque per i promotori
Andrea Pierini
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La Digos della questura di Trieste ha depositato il fascicolo alla procura nei confronti dei 14 militanti che ieri hanno fatto irruzione durante i lavori della sesta commissione del consiglio regionale. È in fase di completamento anche l’identificazione dei soggetti grazie alle telecamere di sicurezza e le riprese effettuate con i telefoni da parte delle persone presenti. Le ipotesi di reato sono interruzione di pubblico servizio con pene di due anni che potrebbero salire a cinque per i promotori. L’accusa più pesante potrebbe essere invece l’invasione di edificio l’articolo 633 del Codice penale il quale prevede una reclusione fino a due anni e una multa da 103 a 1.032 euro, ma c’è il raddoppio della pena se le persone sono più di cinque.

Infine l’oltraggio a corpo politico e in questo caso è prevista solo una sanzione amministrativa da mille a cinque mila euro. Anche il presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin ha depositato denuncia. Delineata la questione indagini resta sul tavolo la sicurezza dell’edificio. In piazza Oberdan è possibile accedere attraverso una porta la quale resta sempre aperta, vengono chiuse le inferriate solamente in caso di manifestazioni. Ovviamente per salire ai piani è necessario fornire i documenti al personale di sorveglianza, due guardie armate, e, dopo l’emergenza Covid, effettuare la misurazione della temperatura. A seguito dell’intrusione di ieri dove i 14 militanti sono entrati senza fermarsi e correndo al piano verosimilmente si procederà con nuovi sistemi di sicurezza.

Potrebbero essere installati dei tornelli, in atrio è però presente un mosaico di pregio voluto dall’allora governatore Riccardo Illy, un’atra ipotesi è l’apertura porta come nelle banche. Difficile pensare a un aumento del personale. C’è poi l’incarico ricoperto da Francesco Clun, leader di Casapound Trieste il quale risulta essere un impiegato amministrativo della direzione salute della Regione. Il contratto di lavoro è di tipo interinale, peraltro in scadenza, quindi la questione è tra l’ente e la società che ha fornito il lavoratore e bisognerà valutare se il gesto è stato compiuto in orario di lavoro. Di certo è verosimile che non sarà riconfermato. Intanto i consigliere di Patto per l’Autonomia Massimo Morettuzzo e Giampaolo Bidoli hanno depositato una interrogazione chiedendo conto dell’assunzione di Clun e l’immediato licenziamento.

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