“Il dialogo tra il presidente Mattarella e il presidente Pahor è un esempio di relazioni internazionali che si fondano sulla condivisione di valori umani ed etici. Sono fiduciosa che questo fitto rapporto continui a portare risultati concreti, in primo luogo accelerando l’attuazione degli accordi sottoscritti a Trieste il 13 luglio 2020 in occasione del centenario l’incendio del Narodni dom”. E’ l’auspicio della senatrice Tatjana Rojc (Pd) alla vigilia della visita a Roma del presidente della Slovenia, Borut Pahor, su invito dell’omologo italiano, Sergio Mattarella.
“I capitoli che i due presidenti hanno aperto o riaperto con coraggio e il modo in cui l’hanno fatto – rileva la senatrice – forse hanno disorientato qualche nostalgico dalle due parti del confine ma in realtà hanno fatto fare a tutti enormi passi avanti”. Perciò per Rojc “sarebbe auspicabile che ci fosse un ulteriore incontro dei due Presidenti nelle nostre terre, a suggellare la cooperazione in un territorio già diviso che sta ritrovando la sua unità. Dopo Trieste, ciò potrebbe valere soprattutto per Nova Gorica e Gorizia che hanno puntato sulla cultura per superare vecchie barriere”.
“Apprendo che tra i temi all’ordine del giorno dell’incontro tra il presidente della Repubblica Mattarella e il presidente sloveno Pahor ci sarebbe anche la questione della rappresentanza politica della comunità slovena nel Parlamento italiano. Non del futuro della vetusta e pericolosa centrale nucleare di Krsko, non dei massi sui confini posti dalla Slovenia, ma della tutela di una minoranza sparutissima, ben meno rappresentativa di quella friulana, la cui lingua è bistrattata persino dalla Rai, nonostante le mie interrogazioni a cui sono seguite solo risposte evasive. Ben venga il dialogo, purché ci sia equilibrio e non acquiescenza alle richieste provenienti da Lubiana”, scrive in una nota il deputato di Forza Italia Roberto Novelli.