La polizza che arriva via WhatsApp: attenzione, è una truffa. Ecco come funziona

lo ha scoperto sulle spese un cittadino di Monfalcone fermato per un normale controllo dalla polizia locale della Città dei Cantieri
Redazione

La Polizia Locale di Monfalcone si conferma in prima linea a tutela della legalità e della sicurezza dei cittadini. Nei giorni scorsi gli agenti hanno ricostruito una truffa legata a un’associazione auto contraffatta. Un bengalese residente in città, fermato per un semplice controllo stradale in via IX Giugno, ha esibito una polizza assicurativa della compagnia “Reale Mutua” che gli agenti hanno scoperto essere falsa.

Il modello prestampato si presentava infatti parzialmente difforme dagli originali emessi di fatto dalla compagnia assicurativa nominata. Il reato si è finalizzato tutto online, tramite un sito creato ad hoc, con offerte e sconti di polizze rc auto.

Il pagamento era semplice: bastava un bonifico bancario intestato a una persona fisica e venivano immediatamente inviate le polizze via “whatsapp”. Il malcapitato ha creduto che il contratto fosse andato a buon fine e ha stipulato la polizza pagando un premio assicurativo vantaggioso rispetto a quelle di mercato, senza sospettare di aver ricevuto invece un certificato falso.

Quando è incappato nel controllo stradale della polizia locale, il veicolo è risultato non coperto dall’assicurazione. Per l’automobilista è scattata una sanzione amministrativa di 868 euro con la sanzione accessoria del sequestro amministrativo del veicolo finalizzato alla confisca, oltre al sequestro penale delle documentazioni assicurative contraffatte.

Al seguito di questo il conducente ha presentato querela per truffa direttamente al comando di via Rosselli facendo così partire le indagini. La locale ha accertato che, l’Ivass, l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, aveva già lanciato l’allarme sulle truffe messe a segno di questo tipo.

Il Comando, ricorda che, il modo migliore per non cadere in queste trappole è verificare l’esistenza della società prima di pagare qualsiasi cifra.

È possibile farlo telefonando al contact center dell’Ivass 800 486661, oppure facendo una ricerca sul Registro unico degli intermediari dove si trovano tutte le società autorizzate o, ancora, consultando l’elenco di tutte le società non autorizzate scoperte negli ultimi anni.

Qualunque premio pagato verso carte di credito ricaricabili o prepagate è irregolare così come pagamenti effettuati a favore di persone o società, non iscritte negli elenchi presenti nel sito. I siti internet o i profili Facebook (o di altri social network) degli intermediari italiani che svolgono attività on-line devono sempre indicare: i dati identificativi dell’intermediario; l’indirizzo della sede, il recapito telefonico, il numero di fax e l’indirizzo di posta elettronica certificata; il numero e la data di iscrizione al Registro unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi nonché l’indicazione che l’intermediario è soggetto al controllo dell’IVASS.

I siti o i profili “Facebook” (o di altri social network) che non contengono queste informazioni, precisa il Comando, non sono conformi alla disciplina in tema di intermediazione assicurativa ed espongono il consumatore al rischio di stipulare polizze contraffatte.

Purtroppo tale episodio non è un caso isolato. Già in precedenza la Polizia Locale aveva, a seguito dei controlli sul territorio, rinvenuto il possesso di polizze assicurative contraffatte da parte di ignari cittadini che a loro volta avevano effettuato il pagamento del premio assicurativo poi scopertasi fasulla.

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