«Le palestre del Fvg sono sicure», protesta nelle piazze del Fvg

Incalcolabili i danni economici. Ingenti anche quelli di immagine. Tutto questo a fronte dei numerosi investimenti antiCoronavirus assunti pur di riuscire a mantenere aperta la propria attività...
Giancarlo Virgilio

Incalcolabili i danni economici. Ingenti anche quelli di immagine. Tutto questo a fronte dei numerosi investimenti antiCoronavirus assunti pur di riuscire a mantenere aperta la propria attività. Monta la rabbia e il rammarico tra i titolari delle palestre del Friuli Venezia Giulia per una chiusura che proprio non si aspettavano, che ritengono imposta dall’alto e senza alcuna spiegazione scientifica.

La rabbia porterà i gestori e i lavoratori delle palestre a protestare pubblicamente mercoledì 28 ottobre nelle 4 piazze principali dei capoluoghi regionali. La manifestazione si terrà alle 15.00, in contemporanea all’incontro che una delegazione di categoria terrà a Trieste con il presidente Fedriga. Proprio oggi, nel giorno della prima serrata, il governatore ha tenuto una videoconferenza sul tema con le referenti del Comitato Io vivo di Sport.

“Il presidente ci ha espresso la sua più totale solidarietà – riferiscono a Telefriuli Federica Pisu, Alan Saitta, Alex Modotti, Karin Bin e Francesco Calligari –. Fedriga ha ribadito che la chiusura delle nostre attività è un’assurdità, soprattutto alla luce del fatto che in tutti questi mesi è emerso un solo contagio all’interno dei nostri ambienti. Tutti i controlli effettuati, anche quelli eseguiti da parte dei Nas, non hanno dimostrato nessuna irregolarità, se non che le palestre del Friuli Venezia Giulia sono sicure”.

“Il governatore –proseguono i rappresentanti del Comitato – ha garantito che nelle prossime ore raccoglierà le istanze di tutte le categorie danneggiate dall’ultimo Dpcm e, dopo un confronto con le altre Regioni, tenterà di ottenere dal Governo maggiore autonomia sulle misure da adottare, disposizioni che non possono tenere conto della situazione pandemica in corso nei territori”.

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