In questi giorni di isolamento e un po’ di smarrimento per tutti, di un isolamento responsabile, di persone che non escono di casa, di persone che sanno cosa significa emergenza, perché ne hanno già passate tante, dal terremoto a Chernobyl, un messaggio arriva da Dignano, dalla piazza di questo paese friulano in provincia di Udine.
Il vicesindaco Luigi Toller e il primo cittadino, Vittorio Orlando, hanno raggiunto la piazza del paese, oggi, in questa bella domenica di sole del 15 marzo 2020. Una data che resterà nella storia.
Gli amministratori hanno raggiunto il cuore dell’abitato, per pochi minuti, ognuno con la sua macchina, per dare un messaggio alla cittadinanza, per dire grazie a tutti coloro che in questo momento di emergenza, per il contenimento del coronavirus, stanno rispettando le regole imposte dall’autorità sanitaria e dal Governo.
In maniera semplice, genuina, con il cuore in mano, con l’orgoglio e la responsabilità di essere amministratore di un paese del Friuli, quando il Friuli è in emergenza.
Senza tanti fronzoli.
Il messaggio di stare a casa. Il mostrare che le piazze e le strade del paese sono vuote. Che la gente se ne sta rinchiusa a casa, così come stato chiesto. Anche se non tutti riescono a comprendere fino in fondo l’importanza di questa indicazione.
E allora, in piazza a Dignano, ecco che risuonano le note dell’Inno di Mameli. Ci si riscopre uniti, nella riservatezza tipica del friulano, a volte brusco ma sempre pronto a dare una mano nel momento dell’emergenza, sacrificandosi, senza chiedere niente.
Si riscopre l’importanza di chi, nella vita di tutti i giorni, anche non nell’emergenza, soccorre e aiuta il cittadino: Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia Locale, Guardia di Finanza. Oggi figure più che mai indispensabili.
Il sindaco di ringrazia e ringrazia la Protezione Civile oltre ai medici e agli infermieri. Lo fa in maniera semplice, senza tanti fronzoli, senza badare alla forma: in Friuli è più importante fare che parlare.
L’importante è il messaggio. Anche che non risponde verbalmente lo sente dentro di sé. Fa quello che deve fare.
E poi non c’è tanto tempo da perdere. Il tempo di un filmato. Il tempo di dare un messaggio di dire “grazie”. Perché poi bisogna tornare a casa. Perché è tempo di coronavirus e non si scherza. Chi governa, anche un piccolo paese, deve dare l’esempio. E allora grazie a tutti coloro che stanno lavorando e che sono esposti per salvaguardare la vita di tutti.