Marangone dal ciuffo: ecco la carica, protetta, dei 5mila

Tanti sono gli esemplari censiti dai ricercatori di 3 Paesi - Italia, Slovenia e Croazia - nel corso del censimento sincronizzato promosso dall’Amp Miramare, Trieste. Ma la specie è minacciata e le po...
Redazione

Trieste – Dal 2012 ad oggi la popolazione di Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis) nel Golfo di Trieste è diminuita di oltre il 30%: un dato preoccupante, emerso dai monitoraggi storici effettuati dal WWF Area Marina Protetta di Miramare per conto della Regione Fvg, che ha spinto i ricercatori della Riserva ad organizzare un evento di conteggio coordinato e sincronizzato in tutto l’Adriatico settentrionale per verificare se tale diminuzione ha interessato solo il Golfo di Trieste o anche altre zone costiere d’Italia ed Europa.

Nel corso del “Marangone Day”, avvenuto lo scorso luglio, una quarantina di ricercatori e tecnici di 3 Paesi (Italia, Slovenia e Croazia) e di tre regioni italiane (Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna) si sono dati appuntamento per conteggiare simultaneamente – onde ridurre il rischio di contare più volte gli stessi esemplari – la popolazione di marangoni dal ciuffo lungo centinaia di chilometri di zone marino-costiere, dal Delta del Po alla Dalmazia meridionale in Croazia. Armati di imbarcazioni, binocoli e cannocchiali, i conteggi sono avvenuti al tramonto quando i marangoni dal ciuffo, specie di interesse comunitario tutelata dalla Direttiva Uccelli, si riuniscono presso dormitori notturni, in inglese roost, presso isole, tronchi spiaggiati ma anche dighe, briccole di canali, impianti di mitilicoltura ed itticoltura ecc. I conteggi ai dormitori offrono infatti la più alta probabilità di stimare il maggior numero di soggetti presenti nell’area di interesse.

I siti del medio e alto Adriatico in cui sono stati effettuati i conteggi sincronizzati. Lagune su, milticolture giù Elaborati nel corso delle ultime settimane, i risultati del censimento – a cui hanno partecipato, oltre allo staff di Miramare che ha coordinato l’evento, l’Institute of Ornithology (Zagabria), Birdlife Slovenia (DOPPS), la Riserva Naturale Regionale della Foce dell’Isonzo e la Riserva Naturale della valle Canalnovo e Foce dello Stella, World Biodiversity Association, Saittaria Rovigo, l’Associazione Ornitologi dell’Emilia Romagna e Tringa FVG – hanno evidenziato la presenza di una popolazione di almeno 5041 individui.

Di notevole interesse appare l’importanza che le zone lagunari stanno assumendo per la specie, con un terzo del totale presente in tali aree tra il delta del Po e Grado: a favorire la presenza dei marangoni in queste zone sembra essere l’attuale tendenza delle lagune ad evolversi in bracci di mare a causa dell’innalzamento del livello dell’acqua, della subsidenza e dell’erosione delle terre emerse nonché per lo scavo di canali profondi a fini commerciali. Diversamente, le mitilicolture, che oggi fungono da ottime zone di sosta per i marangoni rappresentando oltre l’80% dei dormitori nel Golfo di Trieste, rischiano di diventare luoghi poco ospitali per questa e altre specie migratrici di interesse conservazionistico come gli edredoni (Somateria mollissima) e i beccapesci (Sterna sandvicensis), a causa della sostituzione dei galleggianti a biventia, tipicamente posizionati in maniera orizzontale, con quelli monoventia che, essendo disposti in posizione orizzontale, risultano non idonei alla sosta dell’avifauna, con effetti a medio termine sulla presenza e conservazione di queste specie nel nostro Golfo.

Una specie sotto stress

Il marangone dal ciuffo è un uccello marino affine al cormorano (Phalacrocorax carbo), con cui spesso viene confuso. Diffuso sulle coste orientali dell’oceano Atlantico ed alla sottospecie desmarestii presente nel Mar Mediterraneo e Mar Nero, è un abilissimo tuffatore come il cormorano ma, a differenza di quest’ultimo, è una specie strettamente marina e si nutre di pesci di dimensioni più piccole lanciandosi a volte in spericolate battute di pesca in acqua profonda anche pochi centimetri, spingendosi fin quasi sulla battigia. Nell’Adriatico la specie nidifica lungo le coste della Croazia, dall’Istria meridionale alla Dalmazia e la sua presenza nel Golfo di Trieste è nota dagli anni ’80 del Novecento.

La specie, considerata un’ottima sentinella della salute del sistema marino, è protetta da regolamentazioni internazionali dal 1979 (Allegato I Direttiva Uccelli 2009/147/CE) ed attualmente è minacciata da molteplici fattori quali la perdita di habitat causata dall’urbanizzazione delle coste per scopi turistici, il disturbo presso i siti riproduttivi, la cattura accidentale nelle reti da pesca, l’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche e, sempre più attuali, i cambiamenti climatici.

Il censimento effettuato per il “Marangone day” – commentano gli ornitologi dell’Amp Miramare Paolo Utmar e Davide Scridel – ci consente fin d’ora di conoscere l’abbondanza e la distribuzione della specie fuori dal periodo riproduttivo, le sue preferenze nella scelta dei siti di pernottamento e, cosa più importante, reiterando l’iniziativa anche negli anni a venire, ci consentirà di saggiare lo stato di salute di questo interessante tuffatore transfrontaliero lungo un’area molto più vasta di quella studiata fino ad oggi”.

Il “Marangone day” 2020 è destinato infatti ad essere il primo di una lunga serie: monitorare l’andamento delle popolazioni di questa specie protetta è la prima misura per poter avviare eventuali azioni di tutela e di contrasto ai fattori che ne minacciano la sopravvivenza.

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