Marina Azzurra: sequestro per evitare rischi a uomini e ambiente

Difesa, docenti universitari dicono che non ci sono pericoli. Presentato ricorso a Tribunale Riesame
Alfonso Di Leva

E’ il 30 ottobre. Il maltempo flagella il Nordest. Tonnellate di acqua si scaraventano sul Friuli e i livelli dei fiumi salgono. Quello del Tagliamento è di vera e propria piena. A Lignano l’acqua del fiume sfiora la sommità degli argini e le case galleggianti di Marina Azzurra sono lì, a Lignano, nella darsena, quasi ultimate, sfiorate dal pericolo. Lì ci sono anche i Carabinieri dei Nas che fotografano la piena e tutto il resto. Sei giorni dopo, mettono tutto nero su bianco e scrivono alla Procura della Repubblica: quelle 67 house boat,come chiamano queste case destinate a ospitare centinaia di turisti, hanno “un elevato grado di pericolosità”.

Troppo vicine all’acqua e troppo pericoloso il loro attracco alla riva del fiume durante l’estate. E come se le loro parole e le consulenze tecniche svolte negli anni, come quella disposta dalla Procura e depositata tre mesi prima, il 22 luglio, dall’architetto Davide Zanella, non fossero già di per sé sufficienti, al rapporto allegano le foto di quella piena del Tagliamento. Le immagini finiscono così nel faldone 2-bis (a partire dal foglio 747) del processo che ieri ha portato al sequestro di Marina Azzurra a Lignano.

Ieri, a dieci giorni dall’inaugurazione, prevista per il 25 maggio, con prati, campetti, casette tutte già belle e pronte? Si, proprio ieri, dieci giorni prima dell’inaugurazione. Prima, cioè,che quelle casette galleggianti comincino a ospitare turisti perché – scrive il gip, Daniele Faleschini Barnaba – il “verosimile progressivo incremento” di ospiti e lavoratori in vista “dell’imminente inizio della stagione” estiva, il conseguente “aumento del carico urbanistico, la conseguente alterazione dell’assetto del territorio derivante dalla presenza umana e dall’esercizio delle relative attività” e  “la sussistenza di situazioni di elevato rischio per l’incolumità pubblica e per l’ambiente” impongono di non perdere tempo. In realtà il gip usa altre parole. Scrive che “l’attuale e indifferibile esigenza di impedire che la libera disponibilità delle opere abusivamente realizzate possa aggravare le conseguenze dei reati … non è altrimenti fronteggiabile se non mediante la … misura cautelare reale del sequestro preventivo”. Come dire: prima di rischiare di piangere per altre tragedie, per altre devastazioni ambientali e per altri morti alla prossima alluvione, cerchiamo di vederci chiaro, non corriamo rischi, tuteliamo persone e ambiente.

Completamente opposta è la posizione della difesa degli indagati. “Nei mesi scorsi ci sono stati autorevolissimi pareri di docenti universitari che hanno affermato l’assoluta assenza di pericolosità sia per le persone, sia per l’ambiente”, ha detto l’avvocato Renzo Fogliata, del foro di Venezia, che ha aggiunto “avevamo tutte le autorizzazioni ambientali”.   “Dopo lo shock del sequestro – ha spiegato Fogliata – siamo in attesa di conoscere gli atti del procedimento per argomentare in udienza davanti al Tribunale del Riesame, al quale abbiamo presentato ricorso. Per quanto riguarda Marina Azzurra è pacifico che gli imprenditori si sono mossi esclusivamente sulla base di tutte le autorizzazioni amministrative che erano necessarie per questo intervento edilizio.

E’ singolare – ha affermato Fogliata – che ilprivato che fa affidamento sull’autorità amministrativa e che ha investito somme ingentissime procedendo secondo la legalità, adesso si ritrovi non solo indagato in un procedimento penale, ma anche con il sequestro dell’intera area a pochi giorni dell’aperturadella stagione, con prenotazioni e caparre per centinaia di migliaia di euro. E’ un danno immenso, incalcolabile – ha concluso Fogliata – E questo perché da parte della Procura si sostiene l’illegittimità dell’operazione”.

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