Migliora la qualità dell’aria in Fvg ma preoccupa l’ozono: diversi i superamenti

Diminuiscono le concentrazioni di polveri, i cui valori da diversi anni non sono più problematici sulla costa e sulla pianura centrale ed orientale della regione così come avveniva in precedenza. Scoc...
Redazione

Nel 2019 la qualità dell’aria in Friuli Venezia Giulia è stata complessivamente discreta e in linea con la media dell’ultimo quinquennio. Valori relativamente elevati di polveri si sono avuti solo nella pianura occidentale, mentre i superamenti della soglia giornaliera di Ozono si sono avuti su tutta la pianura e costa, comunque in leggera diminuzione rispetto agli anni precedenti. Lo rileva l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in una nota preliminare diffusa oggi sullo stato della qualità dell’aria nell’anno appena concluso.

Nel dettaglio, per quanto riguarda le polveri, sia la concentrazione media della frazione più grossolana (PM10) sia la concentrazione di quella sottile (PM2.5) sono risultate al di sotto del limite di legge; solo nei pressi del confine con il Veneto è stato superato il limite di legge sulle concentrazioni giornaliere di PM10 (oltre 35 giorni con concentrazione superiore a 50 ug/m3). Quest’ultimo superamento è stato causato dalle particolari condizioni meteorologiche di ristagno atmosferico che si sono avute nei primi mesi dell’anno, mentre gli ultimi mesi dell’anno sono stati decisamente meno problematici.
Situazione diversa per quanto riguarda l’ozono, che sta diventando anno dopo anno un elemento da tenere sotto stretta osservazione. Anche l’estate 2019 ha visto, infatti, diversi superamenti della soglia giornaliera di Ozono su tutta la pianura e costa della regione, mentre migliore è stata la situazione nei fondovalle alpini.

L’aspetto positivo rilevato nel 2019 è che, nonostante i frequenti periodi soleggiati, il numero di giorni con il superamento della soglia di legge è stato inferiore a quello degli anni precedenti, così come meno intensi sono stati i picchi di Ozono.
Complessivamente il Friuli Venezia Giulia si conferma essere una regione con una discreta qualità dell’aria, sia in confronto con le vicine regioni della pianura Padana, dove sono presenti zone con condizioni climatiche meno favorevoli al ricambio delle masse d’aria, sia con le regioni dell’est Europa e dei Balcani, dove permangono criticità, spesso dovute all’utilizzo del carbone quale fonte energetica primaria anche per il riscaldamento domestico e ad un parco veicolare circolante particolarmente vecchio.

Scoccimarro, bene qualità aria Fvg ora Stati Generali

“I dati sulla qualità dell’aria della nostra regione si confermano buoni nella media e migliori delle regioni e Paesi limitrofi, ma proprio per questo è mia intenzione continuare a investire energie per portare a termine quanto prima l’organizzazione degli Stati generali dell’Ambiente della Euroregione adriatica e della Mitteleuropa. L’ambiente non conosce confini geografici ed è necessario condividere e proporre buone pratiche amministrative e culturali perché ormai non basta più essere un puntino verde in mezzo a tanti gialli e/o rossi”. È quanto ha affermato l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro commentando i dati diffusi da Arpa FVG sulla qualità dell’aria in Friuli Venezia Giulia nel 2019. “Sono confortanti i dati divulgati oggi da Arpa FVG – ha aggiunto l’assessore –, poiché evidenziano come le polveri siano ormai da anni in diminuzione, mentre l’ozono continua a essere un problema per la salute delle categorie più sensibili come bambini e anziani. L’ozono, infatti, proviene da sorgenti diffuse e può subire fenomeni di trasporto anche notevoli”. “La riduzione di questo inquinante richiede pertanto misure strutturali applicate in maniera coordinata a livello transnazionale, finalizzate al contenimento delle emissioni dei suoi precursori. Sarà questo – ha concluso – uno degli obiettivi che vorrei fossero assunti nella Carta di Trieste e che proporrò alle Regioni e ai Paesi presenti agli Stati Generali nel 2020″.

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