Una vera e propria tendopoli con un via vai continuo. Mentre a livello regionale la discussione sul dove creare l’hotspot e sull’hotspot stesso che per Fratelli D’Italia non è più un dogma, a Trieste all’interno del Silos vivono tra i 150 e 250 migranti. La situazione è esplosiva, la struttura già in passato avevo dato rifugio a persone ma era stata sgomberata e chiusa in epoca pre covid.
La prefettura di Trieste, oggi, ha riconvocato il tavolo per cercare di arrivare a una soluzione, è stato però un incontro interlocutorio e per fare il punto dopo la denuncia alla Procura per invasione di edifico di Coop alleanza 3.0 proprietaria dell’immobile. La soprintendenza ha comunque dato il via libera a interventi, anche murari, purché non venga stravolta la struttura mentre resta da capire il come sgomberare e, soprattutto, dove mettere queste persone in attesa che si liberino gli spazi in accoglienza, percorso comunque complesso visto che la rotta balcanica non si sta fermando ma sta mantenendosi, dopo un inverno e una primavera da record, su dati dello scorso anno.
Sul tema immigrazione e hotspot è intervenuto anche il capogruppo del Pd Diego Moretti che attacca: «La posizione di Fdi, palesemente contraria all’hotspot a Jalmicco, apre una breccia nell’ipocrisia di dichiarazioni di questi giorni di Lega e Lista Fedriga, ossia scaricare su Roma, far finta di nulla lavandosene le mani, come se non fosse affatto affar loro la situazione in Fvg. Si prenda atto dell’inutilità degli hotspot e si apra, come ha fatto Zaia, alla gestione di un fenomeno complesso come quello migratorio, tornando all’accoglienza diffusa».