Il padre la costringeva a frequentare solo amici musulmani, a vestire secondo la loro religione, la insultava e la picchiava, anche per motivi banalissimi, fin da quando aveva 5 anni. Come se non bastasse, il cugino, di venti anni più grande di lei, l’aveva costretta a compiere e a subire atti sessuali. Lei aveva solo 10 anni ed in seguito sarà promessa in sposa al suo aguzzino.
L’incubo, dopo anni, è ora arrivato in tribunale a Udine dove il padre-padrone e il cugino hanno fatto i conti con la giustizia: 2 anni e quattro mesi di reclusione al genitore per maltrattamenti familiari e 6 anni al parente per violenza sessuale. A infliggerli con il rito abbreviato il gup udinese Emanuele Lazzaro. Il pm Letizia Puppa aveva chiesto esattamente queste condanne.
La ragazza, originaria del Bangladesh, ora ha 16 anni e il papà 50. Il caso era emerso nel 2018 quando alla giovane era stato annunciato che da lì a pochi mesi avrebbe dovuto sposare proprio quel cugino. Non sopportando più la situazione, che l’aveva portata anche ad atti di autolesionismo, la ragazza si era rivolta alla polizia ferroviaria e chiesto di essere allontanata dalla famiglia. Dal papà, in particolare. In quell’occasione, erano emerse le violenze e le vessazioni che hanno portato la giovane a vivere in una comunità protetta.
Soddisfatto per la sentenza il legale di parte civile, l’avvocato Alessandra Dall’Acqua, che aveva chiesto 50mila euro di risarcimento dal padre e mezzo milione dal cugino, ottenendo una provvisionale di 10mila e 30mila euro. “La ragazza ha dimostrato molto coraggio – afferma – nel non arrendersi e nell’uscire autonomamente dalla situazione, un coraggio che ha consentito alla madre – continua – a prendere coscienza e ad affiancare la figlia”.
I difensori del padre, l’avvocato Federica Donda, e del cugino, l’avvocato Marco Fattori, hanno annunciato appello.