Morì cadendo dal tetto, imprenditore patteggia

Per il decesso di quell'operaio, un kossovaro di 34 anni, un imprenditore ha patteggiato un anno e mezzo di reclusione e un altro è stato rinviato a giudizio.
Hubert Londero

Un patteggiamento a un anno e sei mesi di reclusione, pena sospesa, due assoluzioni e rinvio a giudizio per un imprenditore e due società. Sono le decisioni del gup di Udine Carlotta Silva in merito all’infortunio mortale di Nikoll Prekpalaj, operaio di 34 anni deceduto nel 2021 mentre lavorava nel cantiere del supermercato Lidl in viale Venezia nel capoluogo friulano. 

Nel pomeriggio del 27 aprile, l’uomo di origine kossovara stava rimuovendo parte della copertura dello stabile, quando finì in un lucernario, precipitando per sei metri. L’impatto al suolo fu fatale.

Per quella morte quattro persone erano state accusate di omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Si tratta di Paolo Mozzon, 55 anni di Pordenone, che ha patteggiato. E’ stato rinviato a giudizio, invece, Roberto Comarella, 58 anni di Valdobbiadene, assieme alla società veneta Comarella srl e alla friulana Mozzon Daniele srl. Assolti, infine, il proprietario delle dell’azienda per cui Prekpalaj lavorava, un 39enne di Tavagnacco che era anche fratello della vittima, e il coordinatore del cantiere, un gemonese di 57 anni, difesi dagli avvocati Alessandro Calienno e Stefano Buonocore.”Abbiamo scelto – spiegano i difensori di Comarella, gli avvocati Paolo Casarotto e Marco Grotto di Vicenza – di evitare riti alternativi e sapevamo che in udienza preliminare non ci sarebbe stata assoluzione”.

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