Nessuna verità dall’Egitto su Regeni, ma soldi per navi e armi

Non si placano le polemiche dopo il via libera alla vendita di due fregate Fremm della Fincantieri all'Egitto, operazione 'sbloccata' grazie alla telefonata tra il premier Conte e il Presidente A...
Redazione

Non si placano le polemiche dopo il via libera alla vendita di due fregate Fremm della Fincantieri all’Egitto, operazione ‘sbloccata’ grazie alla telefonata tra il premier Conte e il Presidente Al Sisi.

Accanto alla contrarietà della Marina militare italiana – a cui erano destinate le navi – non si è fatta attendere la reazione dei genitori di Giulio Regeni, indignati per un accordo che testimonia un riavvicinamento tra Roma e il Cairo. L’esatto contrario di quanto promesso dal Governo che, pochi mesi fa, aveva ribadito il suo impegno per trovare la verità sulla morte del ricercatore friulano, rapito, torturato e ucciso al Cairo più di quattro anni fa. Nonostante l’impegno degli inquirenti italiani, che hanno iscritto nel registro degli indagati i nomi dei responsabili, sul fronte giudiziario non c’è stato alcun passo avanti e, anzi, le autorità egiziane hanno di fatto interrotto ogni forma di collaborazione con la Procura di Roma.

Claudio e Paola hanno affidato a Repubblica il loro sfogo: “Le navi e le armi che venderemo ad Al Sisi serviranno a perpetuare le violazioni dei diritti umani contro le quali abbiamo sempre combattuto”, ricordano i genitori di Giulio.

E un pensiero va anche a Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato il 7 febbraio e ancora detenuto in attesa di processo.

“Ci sentiamo traditi. Ma anche offesi e indignati dall’uso che si fa di Giulio. Ogni volta che si chiude un accordo commerciale con l’Egitto, ogni volta che si certifica che quello di Al Sisi è un Governo amico, tirano in ballo il nome di Giulio come a volersi lavare la coscienza. No, così non ci stiamo più”. “Ora è stato raggiunto il limite – dicono i genitori di Giulio con il loro avvocatoAlessandra Ballerini -. Non ci presteremo mai più a nessuna presa in giro da parte degli esponenti di questo Governo”.

Sul caso interviene anche il consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, Furio Honsell, che attacca: “Dopo la notizia della possibile archiviazione dell’indagine sull’omicidio di Giulio Regeni arriva una nuova dimostrazione del fatto che il Governo italiano sta agendo esattamente all’opposto di quanto dovrebbe nei rapporti con l’Egitto. “Ribadisco che in queste circostanze, dove da più di quattro anni si chiede verità e giustizia per il corregionale brutalmente torturato e assassinato, e dove da mesi non si hanno notizie certe circa Patrick Zaki, rinchiuso in una delle prigioni de Il Cairo, si dovrebbe richiamare il nostro ambasciatore, non continuare a dare priorità agli interessi economici rispetto ai diritti umani! Inoltre, ancor più grave, è la vendita di armi ad un paese che non rispetta i diritti umani”.

“Sono molto amareggiato dalle azioni del nostro Governo, perciò mi adopererò affinché il Presidente Fedriga accolga il mio appello di impegnarsi con rinnovata energia nella richiesta di giustizia per Giulio e tutte le altre vittime delle dittature” prosegue Honsell. “Nessuno dovrebbe sentirsi tradito e preso in giro dal proprio Governo, soprattutto non chi da quattro anni sta lottando per ottenere verità per il figlio e cercando di combattere le violazioni dei diritti umani perpetuati dall’Egitto. I genitori di Giulio sono autentici eroi civili al quale va tutta la mia riconoscenza e vicinanza, le loro dichiarazioni dovrebbero far riflettere attentamente tutti gli attori che hanno preso parte a questa decisione”, conclude Honsell.

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