Niente insetticida nei Prosciutti di San Daniele, assolti

Il Tribunale di Udine li ha assolti dall'accusa di frode in commercio perché il fatto non sussiste
Hubert Londero
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Secondo l’accusa, quando fecero disinfestare le sale di stagionatura, i prosciutti marchiati San Daniele Dop non furono spostati. Per questo l’Azienda sanitaria bloccò 53mila cosce e loro due finirono in Tribunale a Udine per il reato di frode in commercio. Oggi sono stati assolti dal giudice Paolo Milocco perché il fatto non sussiste. E’ finita così la vicenda giudiziaria di Emilio Sassi, 78 anni di Colorno in provincia di Parma, legale rappresentante della Selva Alimentari spa, e di Uli Gubiani, gemonese di 36 anni direttore protempore del prosciuttificio Selva di San Daniele.

Il caso scoppiò tra il 2021 e il 2022 su segnalazione dei carabinieri del Nas. Per eliminare gli insetti dalle sale di stagionatura, l’azienda era ricorsa a una ditta emiliana specializzata, che secondo l’accusa nebulizzò gli insetticidi senza rimuovere i prosciutti. Dalle indagini emerse che lo stesso tipo di trattamento era stato eseguito nei due anni precedenti. Da qui il blocco delle cosce, poi rimesse in commercio dalla stessa azienda sanitaria, e l’imputazione, per la quale il pm ha chiesto 8 mesi per i due imputati e una sanzione di 100mila euro per la Selva. Il Consorzio San Daniele, rappresentato dall’avvocato Luca Zanfagnini, aveva chiesto un risarcimento di 200mila euro.”Nel corso delle indagini – commenta il difensore, l’avvocato Maurizio Miculan – le analisi effettuate sotto la direzione dell’Azienda sanitaria sui prosciutti sequestrati avevano escluso la presenza di insetticida. Inoltre, abbiamo dimostrato che non ci fu alcuna violazione del disciplinare Dop San Daniele”, conclude.

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