«No al modello Cavarzerani: situazione esplosiva frutto di errori e strumentalizzazioni»

La Cgil: «Ritornare all’accoglienza diffusa è l’unica strada per conciliare esigenze umanitarie e sanitarie»
Redazione

«Non esiste né un allarme immigrazione né un allarme sanitario legato ai migranti. Quello che serve sono procedure capaci di coniugare un indispensabile approccio umanitario al tema dell’accoglienza con i necessari protocolli di sicurezza, volti a tutelare sia la salute dei migranti che quella della cittadinanza». A sostenerlo è il segretario generale della Cgil di Udine, Natalino Giacomini, convinto che «il moltiplicarsi di prese di posizione di stampo razzista nel dibattito pubblico, fino all’inqualificabile irruzione di Casa Pound in Consiglio regionale, sia l’effetto di un approccio populista e strumentale alla questione della ripresa dei flussi migratori». Flussi, aggiunge il segretario, «che in questo momento sono ben al di sotto di quelli che potrebbero essere definiti come livelli di guardia».

Da qui la richiesta che la Cgil rivolge alle istituzioni regionali e locali, sollecitando un «radicale cambio di rotta», per tornare a puntare sul modello dell’accoglienza e diffusa, «nettamente preferibile – sostiene Giacomini –sotto il profilo umanitario, dell’impatto sul territorio e della gestione delle misure sanitarie indispensabili, in una fase che resta di emergenza, per fronteggiare e prevenire la diffusione dei contagi». Quanto alla situazione creatasi alla Cavarzerani, per Giacomini è il frutto di «scelte sbagliate sotto il profilo dell’accoglienza, accompagnate dalla strumentalizzazione dei temi dell’immigrazione». Pur condividendo la necessità di un ruolo più attivo dell’Europa a supporto dei paesi direttamente investiti dai flussi migratori, oltre che di una maggiore attenzione del Governo di fronte all’intensificarsi dei flussi sulla cosiddetta rotta balcanica, dopo il blocco imposto dal lockdown, la Cgil chiede «scelte responsabili e coerenti a tutte le forze politiche, perché se l’obiettivo è quello di monitorare e prevenire il rischio di una nuova ondata di contagi legato ai flussi migratori, è evidente che misure come l’isolamento dei contagiati e la quarantena di chi proviene da Paesi a rischio vanno attuate in luoghi e spazi adeguati».

In linea con la presa di posizione della Cgil di Udine le parole di Susanna Pellegrini, responsabile delle politiche sull’immigrazione della Cgil regionale, che ribadisce i concetti già espressi dal segretario generale Pezzetta dopo il blitz di Casa Pound a Trieste: «La situazione della Cavarzerani , l’irruzione in Consiglio regionale, le sconcertanti parole del consigliere Calligaris e quelle altrettanto gravi del responsabile della Protezione Civile di Grado – dichiara Pellegrini – sono un inequivocabile segnale di allarme sul rischio di derive di stampo razzista e populista sia nel dibattito politico che nell’opinione pubblica. Ecco perché è importante una risposta compatta di tutte le forze civili e democratiche a sostegno delle iniziative di mobilitazione già promosse sul territorio regionale, a partire da quella indetta per oggi a Trieste da Cgil e Anpi come risposta alla provocazione dei neofascisti di Casa Pound».

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