‘Tre indizi fanno una prova‘, diceva Agatha Christie. Dal 2018 si fanno sempre più numerosi gli avvistamenti dello scoiattolo grigio nord americano in Friuli Venezia Giulia. L’ultimo, in ordine cronologico, è avvenuto questa mattina, a Castions delle Mura. A realizzare l’incontro ravvicinato, avvenuto a pochi metri da cimitero del paese, è stato il vice ispettore della Polizia locale di Bagnaria Arsa, Alessandro Pian, che, oltre a scattare due fotografie con il proprio smartphone, ha immediatamente allertato il Corpo forestale.
Si tratta del terzo avvistamento con immagini avvenuto negli ultimi tre anni, il quarto se si considera anche una segnalazione impossibile da verificare. Sebbene si tratti di un animale dall’aspetto pacifico e simpatico, la presenza di questo mammifero inizia a preoccupare gli esperti di biodiversità della Regione. L’equilibrio che governa e regola la biodiversità della fauna presente in Friuli Venezia Giulia potrebbe infatti essere leggermente modificato dalla presenza di questa nuova specie.
Lo scoiattolo grigio è più grande rispetto allo scoiattolo rosso europeo autoctono di quasi tre volte. Pesa sei etti contro due e mezzo e, come già accaduto in Scozia, potrebbe indurre il piccolo avversario – con cui inizia a condurre generalmente una competizione interspecifica – a fuggire sui monti.
“Lo scoiattolo grigio della Carolina è uno dei più pericolosi alloctoni che si potrebbe desiderare vedere saltare fra gli alberi delle nostre foreste”. A confermarlo è lo zoologo del Museo Friulano di Storia Naturale Luca Lapini, uno dei maggiori esperti della regione.
“La prima segnalazione di uno ‘Sciurus Carolinensis’ risale al 2018, vicino a Rivolto – spiega Lapini –. Speravamo che rimanesse a lungo isolato nel tempo e nello spazio e che si trattasse di un animale scappato da una gabbia. Molto probabilmente non era così. Infatti anche il 12 giugno scorso, un secondo esemplare è stato trovato investito a Sesto al Reghena”.
“E’ presto per preoccuparsi – continua lo studioso -, ma i dati cominciano ad essere troppi per continuare a supporre che si trattatino di semplici fughe dalla cattività”.
“A questo punto conviene fare particolare attenzione a queste bestiole e segnalare nuove eventuali presenze documentandole sempre con immagini”, sottolinea Lapini che monitora e analizza tutti gli incontri ravvicinati in collaborazione con Umberto Fattori del Servizio Biodiversità del Friuli Venezia Giulia.
AGGIORNAMENTO del 29 giugno:
In alto le due specie a confronto. Fotografie tratte da Wikipedia.