“Da oltre quarant’anni Telefriuli, punto di riferimento imprescindibile per le famiglie friulane, racconta la storia della nostra terra, le tradizioni e la cultura del Friuli, senza dimenticare di fare tendenza. Dal 1978 la storia del palinsesto friulano è stata la nostra storia. Sono stati quattro decenni che hanno inciso profondamente trasformando la nostra società e che hanno visto Telefriuli sempre protagonista e all’altezza nell’affrontare i cambiamenti sul modo di guardare e di fare televisione”.
Lo evidenzia in una nota il capogruppo della Lega, Mauro Bordin, a margine della presentazione del nuovo palinsesto di Telefriuli, complimentandosi con i direttori Alfonso Di Leva e Alessandra Salvadori e con tutti i giornalisti e collaboratori “per il grande impegno con cui ogni giorno affrontano la sfida di fare informazione e intrattenimento di qualità”.
“Sono stati tanti i momenti trascorsi in compagnia di Telefriuli da cittadino, sindaco e ora anche da consigliere regionale. Resta memorabile per la comunità di Palazzolo dello Stella – ricorda Bordin – l’inaugurazione del Centro civico raccontata da Daniele Paroni nella trasmissione Il Campanile della Domenica”.
“Ringrazio Telefriuli – prosegue il leghista – anche per avermi dato l’opportunità in questi anni di raccontare il mio impegno da consigliere regionale e il lavoro della Giunta Fedriga nelle varie trasmissione curate dai giornalisti Enzo Cataruzzi, Davide Vicedomini, Alessandra Salvadori e Daniele Micheluz“.
“Il palinsesto – sottolinea – è inoltre uno degli strumenti principali per la salvaguardia e la valorizzazione della lingua friulana, ricchezza e patrimonio da tramandare ai nostri figli. La prima trasmissione televisiva per bambini, realizzata dall’ARLeF, Maman!, è stata trasmessa proprio da Telefriuli”.
“Oggi più che mai – conclude Bordin – è necessario sostenere l’emittente che garantisce al friulano di essere una lingua viva. In tutti questi anni, Telefriuli è riuscito a stare al passo con i tempi, innovandosi e usando un linguaggio in grado di rappresentare le nuove generazioni, pur non determinando una chiusura con il passato e, anzi, valorizzandolo”.