Nuovo sito e nuova App per il Catasto speleologico regionale

E' nato, primo in Italia, cent'anni fa per la tutela, la valorizzazione e la promozione del patrimonio speleologico
Redazione

Il Catasto speleologico regionale è da ieri accessibile oltre che dal rinnovato sito-web, anche attraverso un’innovativa App che farà da supporto alle operazioni di accatastamento dei siti. 

Il Catasto – nato cent’anni fa, primo in Italia – è un sistema informativo strutturato per la tutela, la valorizzazione e la promozione del patrimonio speleologico; funge da centro di raccolta dati su grotte, aree e acquiferi carsici. Le aree carsiche coprono il 39 per cento dell’intero territorio regionale; ne sono state perimetrate 81 di cui il 69 per cento si trova in territorio collinare o montano.

“Le associazioni speleologiche regionali sono ormai da più di un secolo protagoniste dei progetti legati al mondo sotterraneo e vanno sostenute. Pertanto, compatibilmente con le risorse disponibili, cercheremo di garantire il fondo da 170mila euro che annualmente sostiene l’attività dei gruppi che alimentano il Catasto speleologico regionale; auspicabilmente già entro il 2021 apriremo un nuovo canale contributivo a bando per sostenere le proposte progettuali che valorizzino la ricerca scientifica in ambito carsico e l’educazione ai giovani”. È quanto ha annunciato l’assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente e energia, Fabio Scoccimarro, all’apertura del Tavolo della speleologia, istituito con la L.R. 15/2016 quale organismo di coordinamento tra i vari soggetti che si occupano di implementare il Catasto speleologico regionale (Csr).

“La valorizzazione del lavoro sinergico tra gruppi speleologici e enti di ricerca è una delle priorità che ci siamo dati – ha affermato l’assessore – e che nei prossimi anni intendiamo implementare con nuove progettualità che coinvolgano anche le regioni vicine, così come Austria e Slovenia. Un grande passo avanti che potrà avere un alleato nell’utilizzo di nuove tecnologie da cui potrebbero derivare conoscenze interessanti rispetto al sistema carsico”. “Il legame tra grotte, aree carsiche, acquiferi e acqua potabile rende evidente l’interesse pubblico nella conoscenza del patrimonio speleologico, per una visione strategica sulla risorsa “acqua” quale bene di tutti, perché il Carso non ha confini, essendo i sistemi carsici interregionali e transfrontalieri” ha sottolineato ancora Scoccimarro.

In futuro la Regione prevede che le attività di ricerca proseguano anche con un accordo con il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) sulle cosiddette “Ice caves”, per lo studio del cambiamento climatico e delle potenziali risorse idriche; allo studio anche un progetto nazionale in ambito scientifico. Proprio in virtù di questo approccio, la banca dati del Csr è stata strutturata secondo la visione strategica regionale, anche grazie ad un intenso lavoro sinergico che il Servizio geologico ha svolto con gli speleologi e gli enti di ricerca. Ad esempio, la Regione ha sostenuto la collaborazione tra i gruppi e l’Università degli studi di Trieste per le impegnative attività di tracciamento degli acquiferi carsici a Doberdò sul Lago e sul Monte Bernadia.

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