Ogni anno 1.400 donne chiedono aiuto ai centri antiviolenza

Sono sei le strutture attive in regione. Nell’ultimo anno, secondo le operatrici, è evidente l’abbassamento dell’età di chi chiede aiuto
Rossano Cattivello
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Ogni anno i sei centri antiviolenza attivi nella nostra regione vengono contattati da circa 1.400 donne, vittime di prevaricazioni fisiche e psicologiche. Per l’80% di loro inizia un percorso di assistenza e di protezione, in cui intervengono anche i servizi sociali e, quando necessario, le forze di polizia. La maggior parte – il 77% – sono italiane mentre quelle con figli sono il 60 per cento. È il quadro che emerge dalla prima rilevazione statistica fatta dall’Istat.

Altro elemento censito è il numero di operatori impegnati in queste strutture: sono 109 nella nostra regione di cui il 60% volontario. Nel centro antiviolenza di Udine, gestito in via Martignacco dall’associazione IoTuNoiVoi, le operatrici avvertono di un preoccupante abbassamento dell’età media delle donne che bussano alla loro porta.

“Una volta era le donne più anziane – spiega Eleonora Baldacci, da oltre 25 anni impegnata in questa struttura, una delle poche in Italia presidiate H24 – adesso, grazie a Dio, sono molto giovani. Quello che ci fa più specie è che nell’ultimo anno arrivano ragazze di 24-25 anni, oppure donne con figli ventenni. Vuol dire che è una generazione che è andata oltre e che cerca di liberarsi subito dalla violenza”.

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