Omicidio Tisi: dopo il killer, si cerca il movente

Bruno Macchi ha ammesso le proprie responsabilità e indicato la presunta arma del delitto. Ora si attendono la convalida del fermo e l’autopsia
Daniele Micheluz
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Ha ammesso le proprie responsabilità e indicato la presunta arma del delitto, un coltello da sub che teneva in casa, Bruno Macchi, 28enne italiano di origine brasiliana, fermato perché sospettato di esser l’autore dell’omicidio di Luca Tisi, il senzatetto 58enne ucciso sabato a Udine.

Macchi, dopo la perquisizione di mercoledì nella sua abitazione di via Deciani e l’interrogatorio ieri in questura alla presenza dei suoi legali, è stato portato in carcere a Udine. Decisive le telecamere, pubbliche e private della zona per stringere il cerchio attorno a lui. Anche se vige la presunzione d’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, come spiegato in conferenza stampa dal procuratore Massimo Lia che ha coordinato le indagini svolte dalla Polizia di Stato, gli indizi di colpevolezza a suo carico sono molti e circostanziati. A partire dall’arma che presenta ancora dei residui che saranno analizzati, e dagli indumenti che aveva addosso, arrivati in casa e immortalati dalle telecamere che lo hanno inquadrato nei pressi della galleria, all’ora dell’omicidio. 4-5 minuti in cui entra, esce si avvicina alla roggia, torna alla galleria e va via in bicicletta.

Non è ancora chiaro il movente, sul quale procedono le indagini anche per capire se tra Macchi e Tisi ci fosse una conoscenza precedente. Gli inquirenti chiedono collaborazione alla cittadinanza anche per far luce su questo. All’uomo saranno contestate anche le aggravanti: futili motivi, crudeltà e minorata difesa della vittima. Attesa anche la convalida del fermo: l’udienza sarà programmata nelle prossime ore davanti al Gip del Tribunale di Udine. A breve sarà eseguita anche l’autopsia sul corpo di Tisi.

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