Delitto di via della Valle: la notte dell’omicidio di Lauretta Toffoli, Vincenzo Paglialonga era pienamente capace di intendere e volere. Sono le conclusioni a cui sono giunti i periti medico-psichiatrici del Tribunale e della Procura in merito alle condizioni mentali dell’imputato per la morte della 74enne, uccisa con 38 coltellate nel proprio appartamento la notte del 7 maggio 2022. Conclusioni che contraddicono una precedente perizia già acquisita dalla Corte d’Assise di Udine.
Oggi gli psichiatri Marco Stefanutti, per il Tribunale, e Corrado Barbagallo, per l’accusa, hanno riferito in aula in merito al loro esame su Paglialonga. I due professionisti hanno concordato che le patologie fisiche di cui soffre l’imputato e i suoi disturbi della personalità con elementi istrionici non inficiarono la sua capacità d’intendere e volere la notte dell’omicidio.
Un contrasto profondo rispetto alle conclusioni a cui era giunto in precedenza lo psichiatra Francesco Piani, che aveva accertato nell’uomo una capacità di intendere e volere gravemente scemata. La sua perizia, contestata in particolare dal dottor Stefanutti, è stata utilizzata in Tribunale a Udine in 5 processi a carico di Paglialonga davanti a 4 giudici diversi. Uno di questi riguardava l’evasione dagli arresti domiciliari proprio il giorno del delitto. In tutti i casi, gli era stato riconosciuto il vizio parziale di mente. Dato il contrasto insanabile tra le perizie, il difensore di Paglialonga, l’avvocato Piergiorgio Bertoli, ha chiesto l’audizione del dottor Piani, domanda rigettata dai giudici. A fine udienza, la Corte ha dichiarato chiuso il dibattimento e fissato la discussione per metà ottobre.