‘Era lui alla guida’. 4 anni per l’omicidio stradale della compagna

L'uomo aveva negato di essere stato al volante al momento dell'incidente mortale avvenuto a Codroipo. E' stato smentito da un camionista di passaggio. A perdere la vita fu la 36enne Giulia Comuzzi, madre di tre figli
Hubert Londero
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Nell’incidente in cui perse la vita la sua compagna, la 36enne di Codroipo Giulia Comuzzi madre di tre figli, era lui alla guida dell’auto, con la patente revocata e in stato di ebbrezza. E’ stato condannato con il rito abbreviato a 4 anni di reclusione per omicidio stradale. A incastrare il 42enne Emanuele Sandri, che aveva negato di essere stato al volante, la testimonianza di un camionista. La sentenza è stata pronunciata stamani dal gup di Udine Mariarosa Persico. Il pm aveva chiesto 2 anni e 8 mesi.

Il tragico incidente risale al 4 maggio 2020, primo giorno di libertà dopo il lockdown. I due stavano rientrando a Codroipo da Casarsa a bordo di una Mercedes Classe A. Arrivati in via Pordenone, strada che collega il centro di Codroipo con la Pontebbana, l’auto tamponò un’altra vettura per poi finire fuori carreggiata capovolgendosi più volte. La donna, che non si era allacciata la cintura di sicurezza, sbalzò fuori dall’abitacolo e morì nell’impatto. Lui fu ricoverato in ospedale a Udine. Dalle analisi risultò che il suo tasso alcolemico era di 0,89.

Sandri affermò che al volante della Mercedes c’era la compagna, tesi sostenuta dalle immagini di alcune telecamere che avevano ripreso la vittima al posto di guida. Un mese e mezzo dopo l’incidente, però, un camionista scrisse su Facebook di averlo visto al volante della vettura e testimoniò di aver notato i due scambiarsi di posto subito dopo il Ponte della Delizia, pochi chilometri prima del luogo dell’incidente.Una testimonianza messa in discussione dal difensore di Sandri, l’avvocato Stefano Comand. “Il camionista – dice il legale – ha cambiato tre volte la propria versione. Inoltre, la scarpa della signora è stata ritrovata dal lato del guidatore. Senza contare – conclude – che è improbabile che una madre di ritorno dai figli abbia lasciato guidare un uomo in stato di ebbrezza e senza patente”. Scontato il ricorso in appello.

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