Opposizioni: Legge sicurezza della lega crea gli ‘spioni di quartiere’

Mancanza di dibattito, nessuna audizione di chi si occupa tutti i giorni di sicurezza e alcuni articoli definiti pittoreschi. Le opposizioni con Partito Democratico, Open Fvg, Movimento 5 Stelle, Patt...
Andrea Pierini
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Mancanza di dibattito, nessuna audizione di chi si occupa tutti i giorni di sicurezza e alcuni articoli definiti pittoreschi. Le opposizioni con Partito Democratico, Open Fvg, Movimento 5 Stelle, Patto per l’autonomia e Cittadini  hanno bocciato il disegno di legge 125 in tema di sicurezza che riprendere il percorso la prossima settimana in Consiglio regionale dopo l’interruzione dei lavori a causa del protrarsi della discussione.
A introdurre i tanti dubbi il capogruppo dem Diego Moretti poi Franco Iacop ha parlato di un tema che coinvolge la società civile e la sicurezza va tutelata e non agitata come una paura per le nostre comunità quando tutto gli indicatori e i Prefetti hanno sottolineato più volte come non sia una emergenza. La Polizia locale passa dall’essere un corpo di vicinanza a comunità a un corpo che tende a specializzarsi con una visione che viene individuata dalla regione.
«Si va a svuotare il ruolo della polizia locale – ha fatto eco Tiziano Centis – rendendolo un corpo di polizia di stato»
Il nodo principale, secondo tutti, è quello del volontariato. «Serve il vigile di quartiere – ha proseguito Iacop – e non che ognuno di noi si trasformi in tutore della legge un ruolo che spetta persone preparate e qualificate». «Lo spione di quartiere – lo definisce Furio Honsell – con la Regione che riconosce un albo di cui neanche il sindaco sa nulla». Mauro Capozzella usa una figura quella di Matteo Salvini che citofona a casa di un presunto spacciatore. «Parlano di sicurezza – ha aggiunto – ma non è la priorità che dovrebbe essere la sanità di cui invece si parla poco in Consiglio regionale». Giampaolo Bidoli ha parlato di «commissione spogliate dalle loro funzioni senza possibilità di audizioni per molte norme».
Cristian Sergo ha auspicato in un ritorno in commissione per avere un confronto con tutte le parti coinvolte vista anche la non necessità di avere fretta per il rinvio delle elezioni. Non è mancata poi la citazione delle parole del presidente del consiglio regionale Piero Mauro Zanin: «sì al rispetto delle regole no agli sceriffi».

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