Paritetica: Fedriga invoca una battaglia unitaria per l’autonomia del Fvg

Problemi di regionalismo e di preconcetti a livello di burocrazia ministeriale che sono quelli di sempre, per il capogruppo di FdI, Claudio Giacomelli. È ora di battere i pugni e smettere di pr...
Andrea Pierini
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“La sfida che abbiamo davanti non si limita solo alla quantità di risorse che possiamo recuperare rispetto alla negoziazione in essere con il Governo ma deve riguardare anche il metodo, come cioè vengono garantite le risorse alla Regione: un passaggio fondamentale per salvaguardare la nostra autonomia che deve tenere conto della necessità di correggere delle norme dettate dall’emergenza, che hanno considerato uguali le Regioni a Statuto speciale e quelle Ordinarie. Necessario, quindi, un nuovo accordo pattizio fra Regione e Stato anche per sanare un iter legislativo convulso e comprensibile visto il periodo emergenziale. I patti finanziari non sono un motivo di propaganda elettorale ma di tutela dei servizi essenziali al cittadino e rappresentano una battaglia da compiere tutti insieme nel segno della nostra autonomia”. E’ la sintesi dell’odierno intervento del governatore della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in Consiglio regionale e con la Commissione Paritetica, incentrato principalmente sulla ridefinizione dei Patti finanziari fra Stato e Regione alla luce della crisi sanitaria-economica da Covid-19. Per Fedriga la modalità di erogazione è un elemento necessario per tutelare la specialità. Il governatore ha ricordato che nella Carta costituzionale non è previsto che in tempi di crisi si possa alterare l’assetto dei poteri.

“Su questo aspetto – ha indicato – è importante che la comunità politica regionale possa farsi portavoce anche rispetto alla conversione dei decreti al vaglio delle Camere per correggere quegli articoli in cui vengono considerate uguali le Regioni speciali a quelle Ordinarie. Sono convinto che sono norme dettate dal periodo emergenziale, ma il metodo con cui vengono erogate le risorse non è indifferente”.

Per Fedriga, infatti, l’erogazione diretta ai Comuni dei finanziamenti statali squilibra il rapporto di leale collaborazione fra Stato e Regione che deve regolare anche la finanza locale e di fatto annulla con legge ordinaria le competenze previste nel nostro statuto. “Dobbiamo salvaguardare le competenze della Regione Friuli Venezia Giulia e sono convinto che sarà un percorso in cui servirà un lavoro corale per rivedere una norma che necessita dei correttivi”, ha indicato Feriga.

Quanto alle minori entrate, il governatore ha ricordato le stime dettate dai dati della Banca d’Italia e dal ministero del Tesoro: “Se la crisi si protrae, si prevede un crollo del Pil secondo la Banca d’Italia del 13%, mentre il ministero del Tesoro indica una percentuale di minor entrate dall’8% al 10,6% che si traduce in una previsione di minori risorse per il Fvg da 550 a 698 milioni di euro circa. Un dato certo comunque non arriverà prima di novembre”.

Il governatore ha informato poi che in merito all’interlocuzione con l’Esecutivo nazionale “nel decreto in conversione è previsto 1 miliardo e 500 milioni di euro da stanziare a beneficio di tutte le Regioni, ma c’è una proposta della Conferenza delle Regioni avanzata al Governo che prevede lo stanziamento di 1 miliardo di euro per le Speciali e 500 milioni per le Ordinarie. Risorse non sufficienti – ha detto il governatore – ma migliorative”.

Fedriga ha quindi informato sulla richiesta di un tavolo dedicato per le Speciali per andare poi ad accordi bilaterali, Regione – Stato, dove trovare soluzione positive e dare riscontro alle specifiche e reciproche esigenze.

Oltre alle stime, Fedriga ha evidenziato la natura stessa dei contributi straordinari che le Regioni speciali sono state chiamate negli anni a versare per contenere l’indebitamento dello Stato, “un accordo che, condivisibile o meno sotto il profilo politico, coinvolgeva tutte le istituzioni del Paese in un’ottica di coerenza e leale collaborazione verso un obiettivo: ridurre il debito pubblico. Oggi siamo in una situazione radicalmente diversa: abbiamo uno Stato che, per ragioni di emergenza, si è indebitato per 80 miliardi di euro. Vengono meno i principi sui quali sono nati i patti Stato-Regioni e per questa ragione vanno nuovamente discussi”.

“Non possiamo permettere che ci sia una dicotomia così forte tra uno Stato libero di indebitarsi e le Amministrazioni regionali impossibilitate ad avviare qualsiasi iniziativa politica ed economica perché impegnate a colmare con le proprie risorse l’indebitamento a livello nazionale”, ha ribadito Fedriga. “Anche solo temporaneamente, ritengo che le Regioni debbano potersi indebitare per spesa corrente così come concesso all’Europa e agli Stati nazionali anche sottostando a una serie di parametri che possono essere stabiliti – ha concluso -. In un momento come quello attuale, nel quale registriamo minori entrate, siamo chiamati a sostenere il contributo di finanza pubblica e al tempo stesso ci viene negata la possibilità di indebitarci per spesa corrente. In queste condizioni il Friuli Venezia Giulia rischia di non poter erogare quei servizi essenziali che, come prevede il nostro Statuto di autonomia, svolgiamo al posto dello Stato per i cittadini e il territorio. La riscrittura dei patti e la sospensione per questo anno del contributo alla finanza pubblica è quindi il nostro obiettivo, una battaglia non di questa Giunta, ma di tutti coloro che hanno cuore autonomia e specialità del nostro territorio”.

Opposizioni, futuro Fvg solo con progettualità e strategia

La rinegoziazione dei patti finanziari è una partita importante per le Opposizioni in Consiglio regionale che, nel corso dell’incontro in Aula con la Commissione Paritetica sul tema degli accordi finanziari tra Stato e Regione, hanno posto l’accento sulle strategie che si vogliono mettere in campo per affrontare il futuro dei nostri territori perchè, è stato evidenziato, per dare senso alla specialità e all’autonomia occorre una progettualità chiara. Così, se da tutti è stato confermato il sostegno a quanto già affermato con il documento recentemente votato dall’Aula, i singoli interventi hanno sottolineato aspetti ed emergenze cruciali.

A chiedere al governatore Fedriga maggiori dettagli sulla rinegoziazione è Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) che, commentando le cifre riportate nella relazione, vuole sapere per quali obiettivi siano necessarie queste risorse quando si è finora proceduto a spizzichi e bocconi senza una vera strategia, finanziando cose non urgenti e puntuali (dallo stadio di Fontanafredda alle telecamere e altre spese ideologiche) in un momento così difficile che imporrebbe una riorganizzazione delle infrastrutture, della mobilità, della resilienza nei settori primario e dei servizi.

Attenti a non cadere nell’equivoco di investire la Commissione paritetica di compiti efficacemente assolvibili in una fase ordinaria, ha ammonito il capogruppo dei Cittadini, Tiziano Centis, ribadendo una volta di più la posizione sempre espressa circa la necessità di ottenere l’azzeramento del contributo regionale per il 2020 di oltre 700 milioni. Totale disaccordo, inoltre, sull’ipotesi di concedere alla Regione di indebitarsi per la spesa corrente.

Per Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia, questa è una partita fondamentale dalla quale dipende una serie di lavori in Aula a partire dal prossimo assestamento di bilancio. Se il gruppo delle Regioni speciali riesce a ottenere un miliardo in più rispetto al dato iniziale, ciò è anche il frutto della mobilitazione delle comunità politiche di questa regione e non dei singoli governatori, ha sottolineato. Quanto al contributo al risanamento del debito pubblico di 726 milioni di euro, la richiesta è nata in tempi diversi dagli attuali, quando lo Stato era impegnato a ridurre il debito pubblico, ha ricordato Moretuzzo, ma con lo Stato va mantenuto un rapporto costante perchè la specialità regionale va difesa visto che il clima istituzionale, sia dentro che fuori l’Aula parlamentare, non è favorevole. In un contesto come questo vanno superati i pregiudizi secondo cui la specialità vada a discapito dei servizi erogati ad altri, soprattutto in un momento in cui a valere è l’equazione tra autonomia, potere di spesa e responsabiltà. Si possono esercitare forme di autogoverno come atti di responsabilità nello sviluppo locale, ha aggiunto toccando il tema delle multiutility e invitando il presidente del Consiglio regionale, Zanin, a promuovere in tempi brevi la revisione del mandato alla Commissione.

Disponibili al dialogo purchè sia bipartisan i Cinquestelle che, per voce della capogruppo Ilaria dal Zavo, hanno chiesto un confronto per trovare il percorso migliore di difesa della nostra specialità e autonomia. Abbiamo sostenuto le richieste di Fedriga in tema di accordi finanziari, ha detto Dal Zovo ricordando che risale a marzo la richiesta di rivedere le priorità di bilancio per capire dove si vuole davvero andare, mentre si registra un comportamento contradditario, con la denuncia da una parte di mancanza di risorse per servizi essenziali e dall’altra scelte puntuali e non emergenziali.

Infine il capogruppo del Pd, Sergio Bolzonello, ha evidenziato che il tema non è solo quello dei 700 milioni ma anche la necessità di un progetto senza il quale autonomia e specialità non hanno senso di esistere. Inoltre, la trattativa con il Governo per ridisegnare i patti finanziari è un problema non emergenziale ma strutturale e deve necessariamente essere ampia. Le risorse sono la parte finale, ha detto Bolzonello evidenziando come Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige abbiamo già delineato la futura piattaforma economica, mentre il Fvg è in ritardo di due mesi in una partita di riposizionamento di interessi privati e pubblici che porteranno ad assumere nuovi equilibri economici, logistici e sociali. Infine, ha ribadito la disponibilità al confronto e ha sottolineato il ruolo della Paritetica come fondamentale per far capire che il nostro è un progetto di comunità regionale in grado di sfidare il futuro attraverso rapporti con Regioni e Stati contermini proprio sulle piattaforme economiche, logistiche e sociali.

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