Nel 2005, quando prestava servizio all’ospedale di Monfalcone, una sua paziente fu ridotta allo stato vegetativo e l’Azienda sanitaria dovette risarcire la famiglia: è stato condannato a versare all’Azienda Regionale di Coordinamento per la Salute 250mila euro. E’ la decisione della sezione regionale della Corte dei Conti nei confronti del dottor Giuseppe De Salvo, 77 anni di Staranzano.
La sentenza riguarda la vicenda di una donna di Turriaco, oggi 70enne, che nel novembre 2005 fu ricoverata e intubata in terapia intensiva al San Polo e, a causa della mancata ossigenazione del cervello, fu ridotta in stato vegetativo. Secondo l’accusa, da una parte la donna non fu sedata adeguatamente e non furono adottate misure sufficienti per prevenire l’estubazione accidentale della paziente. Cosa che avvenne alcune ore dopo il ricovero per cause non del tutto chiarite. Dall’altra, il tubo non fu ripristinato tempestivamente. Tutto ciò le causò una grave encefalopatia irreversibile.
De Salvo fu accusato di lesioni colpose. Il reato fu dichiarato prescritto nel 2014 dalla Corte d’Appello di Trieste. Due anni dopo, il Tribunale civile di Gorizia condannò l’Azienda sanitaria Isontina a versare alla famiglia 500mila euro, più un milione a carico dell’assicurazione. La Procura regionale ha quindi contestato al medico il danno erariale, chiedendo il versamento all’Arcs di mezzo milione di euro. Il giudice contabile ha parzialmente addebitato l’estubazione al medico e lo ha ritenuto responsabile del danno erariale, condannandolo a corrispondere metà della somma richiesta.