Pesca illegale di orate, branzini e cefali: tutto sotto sequestro

Scatta la maxi multa
Redazione

Nella notte tra il 6 ed il 7 giugno il personale militare della Guardia Costiera di Monfalcone ha sorpreso un peschereccio intento alla pesca illegale nelle acque portuali di Monfalcone.

L’unità da pesca, iscritta nelle matricole di Trieste, grazie al tempestivo intervento del battello “GC B44”, è stata intercettata mentre salpava le reti da posta nel porto di Monfalcone, all’interno del bacino di Panzano.

Le operazioni si sono concluse alle prime luci dell’alba con il sequestro di circa 500 metri di rete e 30 Kg di prodotto ittico (orate, branzini, salpe e cefali) che, a seguito di controllo da parte del personale del Servizio Veterinario dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 2 Bassa Friulana-Isontina, è stato ritenuto idoneo al consumo umano e successivamente devoluto in beneficienza alla mensa dei poveri gestita dalla Caritas di Gorizia.

La pesca professionale nei porti è vietata dalla normativa comunitaria e nazionale vigente, ai sensi della quale il personale della Capitaneria ha proceduto ad elevare una sanzione amministrativa per “pesca in zone vietate”, con applicazione delle pene accessorie previste: il sequestro dell’attrezzo da pesca e del pescato e l’avvio della procedura volta all’assegnazione di “punti per infrazioni gravi” al Comandante ed alla licenza di pesca con la possibilità che venga altresì comminata la sospensione della licenza di pesca per recidiva.

Tali attività rientrano nella più generale opera di vigilanza e controllo svolta dalla Guardia Costiera sul territorio e lungo le coste italiane, coordinata a livello regionale dal Centro Controllo Area Pesca (CCAP) di Trieste, allo scopo di prevenire e, ove occorre, sanzionare i comportamenti illeciti su tutta la filiera dei prodotti ittici.

La Capitaneria di porto di Monfalcone, dall’inizio dell’anno ha elevato 20 verbali amministrativi nell’ambito dei controlli sulla filiera della pesca e posto sotto sequestro amministrativo oltre 200 kg di pescato.

Inoltre il posizionamento di reti all’interno dei porti rappresenta un’attività estremamente pericolosa in termini di sicurezza della navigazione portuale, sia per le manovre di evoluzione del traffico mercantile che per il diporto nautico in ingresso e uscita dal porto.

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