In confronto ad altre realtà, il Friuli Venezia Giulia sta tenendo bene, “ma di certo non vive in una bolla sapone”. Ad affermarlo è stato il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga che, ospite a Tagadà su La7, ha detto di aspettarsi comunque un aumento delle positività al Covid-19 in regione.
“Credo sia necessario potenziare tutta la cura a domicilio – ha spiegato in collegamento – anche perché pensare di portare chiunque in ospedale è un fallimento”. Il governatore ha anche ricordato di aver potenziato a 175 i posti di terapia intensiva negli ospedali del Fvg, ma – ha poi proseguito, “la terapia intensiva non si fa semplicemente con i ventilatori. Esiste, infatti, un serio problema di personale in tutta Italia”. Secondo Fedriga in Italia il vero problema sono regole di ingaggio. Per questo ha affermato di aver chiesto al Governo di modificare le regole dando anche maggiori prospettive di stabilizzazione per chi viene a lavorare in un momento di emergenza. Per rendersi più chiaro, Fedriga ha poi ricordato quanto avvenuto a Udine: “Sulla parte prevenzioni, abbiamo fatto nell’azienda ospedaliera di Udine un avviso per 80 persone, ma hanno dato disponibilità solamente in 10”. Il rischio secondo Fedriga, è che “possiamo avere tutti gli ospedali e i ventilatori del mondo ma che non ci sia chi quegli ospedali li apre e chi quei ventilatori li sappia usare”.
Sul fronte del Dpcm, invece, Fedriga ha affermato di non essere convinto sulle scelte prese in merito alle scuole superiori. “In questo punto, e in particolare nella parte relativa alla didattica a distanza, il Dpcm “è stato scritto in maniera confusa dal Ministero dell’Istruzione”, ha spiegato. “Il problema riguarda la mobilità – ha sottolineato-, gli spostamenti nello stesso orario. Non possiamo creare dal nulla autobus e personale che li guida. Bisogna spalmare o ridurre l’utenza in determinati orari. Da qui l’ipotesi che avevamo avanzato di fare in modo alternato la didattica a distanza soprattutto alle superiori”. “E’ sbagliato lasciare la discrezionalità ai presidi – ha poi aggiunto -. Azzolina ha voluto sottolineare che c’è l’autonomia scolastica, peccato che con il Dpcm sono entrati nelle competenze di Regioni e Comuni che sono tutelate dalla Costituzione, non capisco perché non si possa fare uno sforzo sulla scuola”.