Processo Veneto Banca, rinviato a giudizio solo l’ex amministratore Consoli

“Il procedimento penale relativo a Veneto Banca è un vero e proprio teatro dell’assurdo. Dopo 4 anni e mezzo non si riesce ancora a dare risposte ai risparmiatori, anche friulani, c...
Alessandra Salvatori
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“Il procedimento penale relativo a Veneto Banca è un vero e proprio teatro dell’assurdo. Dopo 4 anni e mezzo non si riesce ancora a dare risposte ai risparmiatori, anche friulani, che si sono visti rovinare la vita”. Così Barbara Puschiasis, presidente di Consumatori Attivi, commenta la decisione del pubblico ministero Massimo De Bortoli di rinviare a giudizio solo Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato e direttore generale dell’istituto di credito, nell’indagine della Procura della Repubblica di Treviso per i reati di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto contro gli ex vertici di Veneto Banca.

Nell’indagine erano coinvolti oltre a Consoli anche l’ex presidente dell’istituto di credito, Flavio Trinca, il condirettore Mosè Faggiani, e il responsabile dell’amministrazione centrale, Stefano Bertolo. La decisione è stata comunicata dallo stesso pm De Bortoli, che ha spiegato di non disporre di elementi sufficienti a reggere in giudizio le contestazioni per gli altri indagati. “Da demoni ad angeli, da colpevoli a innocenti, da responsabili a vittime”. L’avvocato friulano Barbara Puschiasis non nasconde il rammarico per l’evoluzione del procedimento. “Partito – spiega – con sequestri milionari nei confronti di Consoli, con il rinvio a giudizio di uno stuolo di ex vertici (erano 11 i procedimenti allora pendenti a Roma). Poi sono stati ammessi in sede di udienza preliminare come parte civile tutti i risparmiatori, anche transati. Quindi – ricorda ancora Puschiasis – come un fulmine a ciel sereno il giudice del Tribunale di Roma ha trasferito il processo a Treviso. Passano anni e con la richiesta di rinvio a giudizio del pm De Bortoli unico responsabile risulterebbe Consoli. Per gli altri nessuna responsabilità, nessuna colpa penale”.

“I capi d’imputazione dei quali Consoli potrebbe un giorno essere chiamato a rispondere – precisa ancora la presidente di Consumatori Attivi – sarebbero l’aggiotaggio e il falso in prospetto, che andrebbero in prescrizione nel 2021, e l’ostacolo alla vigilanza (per il quale i risparmiatori non hanno titolo per costituirsi), che si prescriverebbe nel 2024”. Puschiasis fa sapere che Consumatori Attivi non molla e continuerà a dare battaglia, anche costituendosi parte civile, per fare pressione e per ricordare allo Stato che la giustizia non è qualcosa di cui si può fare a meno.

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