Quadro tragico dell’economia FVG secondo Banca d’Italia

Crollo del turismo, calo dell'export ed economia ferma: l'indicatore dell'economia regionale scende del 12%
Andrea Pierini
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Un calo dell’indicatore Trimestrale dell’Economia Regionale del 12%, in linea con le altre regioni del Nord Italia con famiglie e imprese che non spendono o investono. Il quadro che emerge dall’aggiornamento congiunturale dell’andamento della regione della Banca d’Italia è ovviamente composto più da ombre che da luci. Il direttore Luigi Bettoni ha evidenziato come nel terzo trimestre del 2020 in realtà c’era stata una timida ripresa dell’attività manifatturiera da valutare però cosa accadrà dopo la seconda ondata della pandemia. La contrattura nel corso dell’anno rispetto al 2019 è stata comunque del 8,8% della produzione interna e del 14% verso l’export. La cantieristica ha invece mantenuto il livello pre covid.
Sul fronte del turismo il crollo è stato del 61% di cui un 40% nazionale e il 75% estero. I traffici portuali hanno retto nei container con -3,8% e Ro Ro con -6,5%, male il petrolio a causa della riduzione delle attività nel nord Europa.
Le vendite di immobili si sono ridotte di 1/3 con il -12,5% dei mutui e le ricadute dei bonus dell’edilizia arriveranno nel 2021. 
Sono 75 milioni le ore di integrazione salariale, 20 volte rispetto allo stesso periodo del 2019 e le ore lavorate sono scese del 13% con una perdita di 12 mila posti da fine febbraio a metà settembre condizionate ovviamente dagli stagionali di ristoranti e alberghi.
Sono stati erogati prestiti dalle banche per 1,5 miliardi di euro grazie al decreto Cura Italia con oltre l’85% delle operazione fino a 30 mila euro.
Il contesto economico così incerto ha chiaramente spinto le famiglie e le imprese a non investire con una crescita del 6,9% dei depositi bancari. «Un fatto negativo – ha sottolineato Bettoni – perché significa economia ferma». Complessivamente quindi nei conti correnti delle famiglie ci sono 22,7 miliardi di cui 16 in conti correnti a bassissimi tassi di interesse.
La crisi ha come sempre colpito le fasce più deboli che stanno affrontando il calo del reddito causa il poco lavoro.

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