Quando ladri e malfattori venivano svergognati in pubblico: la gogna di Moggio Udinese/FOTO E VIDEO

Chi andava messa doveva obbligatoriamente sputare addosso ai condannati che erano legati alla berlina
Paola Treppo
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Insieme a quella di cui vi abbiamo già raccontato di Santa Maria La Longa, in Friuli c’è un’altra berlina di cui vi vogliamo narrare la storia.

Si trova a Moggio Alto, nel comune di Moggio Udinese, sul colle di Santo Spirito. È visibile vicino alla chiesa abbaziale di San Gallo. Racconta di un mondo che ormai non c’è più.

Qui venivano legati i malfattori. I condannati dovevano essere umiliati in pubblico e le persone, passandoci davanti, avevano l’obbligo di sputare addosso a chi vi era legato se si trattava di una persona condannata; i ladri invece potevano essere scherniti e derisi dalla gente che andava a messa in abbazia.

La colonna, in pietra, mantiene ancora un’iscrizione che racconta di un supplizio: “suplicio di malfattori”.

Un supplizio proprio per chi non si comportava bene in tempi in cui l’onestà e la disonestà erano di fatto esibiti in maniera decisamente evidente, chiara e percepibile da tutti, anche da chi arrivava da fuori, che così si rendeva conto subito di chi potersi fidare o meno.

La gogna di Moggio è del 1653. È una delle ultime quattro rimaste in Friuli Venezia Giulia. È alta 2 metri e mezzo, e ha una base quadrata. 

Da qui nasce il detto, come sappiamo, di essere “messi alla gogna”. I ladri venivano legati ai tre ganci che si vedono ancora oggi sulla colonna e venivano svergognati in pubblico.

Oggi vicino alla berlina di Moggio è stato aperto anche un bar che porta il nome di questa colonna della giustizia popolare, un simbolo del potere temporale dell’Abate sul Feudo di Moggio. 

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