Il ramo d’ulivo perde un’altra foglia. Sulla scissione in atto nel Pd da parte dell’ex premier Renzi, i big del partito in regione sono piuttosto cauti, almeno per il momento. Se in tanti rimangono attoniti di fronte all’ennesima spaccatura di un partito a vocazione maggioritaria, altrettanti chiedono di poter valutare attentamente il progetto, al momento solamente annunciato e privo di programma e linee guida. Fari puntati sulla Leopola, per capire quali saranno l’entità e la consistenza del progetto renziano, dopo di che qualcuno potrebbe anche essere tentato di aderire al nuovo progetto. In Friuli Venezia Giulia al momento sono pochissimi i fedeli che hanno già espresso la loro intenzione di aderire al nuovo partito di centro immaginato dall’ex premier toscano. Tra i sicuri troviamo Antonella Grim, ex segretaria regionale dem; Maria Sandra Telesca, ex assessore regionale alla Salute sotto la presidenza Serracchiani; e Ettore Rosato, Vicepresidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana dal 2018. A fare compagnia ai possibili scissionisti potrebbe inserirsi in Fvg l’ex europarlamentare Isabella De Monte che si è detta interessata al progetto.
Tra i consiglieri regionali attuali, invece, al momento non sembra ci siano fughe o tentennamenti. Il capogruppo in consiglio regionale, Sergio Bolzonello, non pensa minimamente a seguire Renzi. Discorso molto simile per i consiglieri Chiara Da Giau e Nicola Conficoni.
Come a Palazzo Oberdan, anche a Palazzo D’Aronco, a Udine, le scelte non sembrano sostenere l’arrocco di Renzi. Il capogruppo dem in consiglio comunale, Alessandro Venanzi, ci ha anticipato che nessun suo componente di Udine ha intenzione di seguire la nuova creatura renziana. La medesima indicazione arriva dal segretario comunale, Vincenzo Martines, che ha scritto un lungo pensiero sintetizzato nella frase: “Non dirò che mi dispiace”. Sulla stessa linea anche a l’ex segretario dem di Gorizia, Marco Rossi, che in maniera netta e dura su Facebook ha scritto che il Partito di Renzi è un insieme di politici a fine carriera, imprenditori in cerca di coperture e seconde linee con grande autostima.
Shaurli: “Leaderismo e personalismo”
“Ennesimo episodio di leaderismo e personalismo”. È questo il commento di Cristiano Shaurli, segretario regionale del Pd, sull’addio di Matteo Renzi e sul suo annuncio di voler fondare un nuovo soggetto politico. “Personalmente non condivido la scelta, ma lungi da me urlare a tradimenti o fare attacchi personali. Non capisco politicamente tempi, motivazioni e obiettivi – spiega il segretario-, non ca pisco quali siano eventuali miglioramenti per l’offerta Politica e le proposte per cittadini e imprese. Mi pare solo l’ennesima decisione dettata da leaderismi e personalismi in cui si è avvitata la politica italiana degli ultimi anni. Una scelta – aggiunge Shaurli – utile ad una presunta classe dirigente ma assolutamente ininfluente e poco interessante per il Paese e il suo futuro. Il Pd – conclude il segretario – si è assunto una grande e difficile opportunità pochi giorni fa, la nostra comunità aveva ed ha bisogno ora di unità, serietà e capacità non di incomprensibili divisioni”.