Riapre alle visite la ex miniera di Cludinico a Ovaro / FOTO

Turismo sotterraneo in Carnia, tra storia, leggende e tante curiosità, in uno dei paesi più belli della Carnia
Paola Treppo

Ovaro – Ha riaperto alle visite guidate, dopo mesi di chiusura, la ex miniera di Cludinico, a Ovaro, un sito di grande interesse sotto il profilo storico, naturalistico e culturale. Con un sito web tutto nuovo.

Ci si può, allora, regalare un viaggio “magico” verso il centro del cuore della terra. Si tratta di ben 150 chilometri di percorsi sotterranei in un’ambiente tutto da scoprire. L’ Ex Miniera di Carbone di Cludinico si trova a pochi chilometri dal centro di Ovaro. Il sito racconta la vita e il mondo dei lavoratori addetti all’estrazione di carbone delle ricche vene minerarie della miniera. Accompagnati da una guida esperta si può fare, insomma, un viaggio senza tempo nel sottosuolo e scoprirne tutti i segreti.

Il tour, che dura 3 ore, è stato ideato per essere sicuro e percorribile da tutti; è stato pensato anche per i più piccoli e i gruppi più numerosi, in piena sicurezza. 

Orari ufficio dal lunedì al sabato: 9.30–12.30/16–19; domenica: 9-13. Telefoni (+39) 328 260 9701, (+39) 0433 678028 http://minieradicludinico.it/ il sito web. Mail [email protected] 

La storia della miniera

Inaugurato il 6 dicembre 2008, il Museo trova collocazione nell’edificio che, all’ingresso del paese, un tempo ospitava il magazzino del villaggio minerario, composto da numerosi altri fabbricati di cui oggi non rimane quasi traccia; in seguito alla liquidazione dell’Azienda Carboni Italiani (A.Ca.I.) disposta nel 1956, i vari impianti logistici sono stati infatti smantellati e si è posto fine allo sfruttamento del giacimento minerario.

Venutasi a creare in concomitanza con i lavori di sistemazione del sito minerario grazie all’apporto di ex minatori e di loro familiari, la ricca collezione rende testimonianza dell’evoluzione del sito minerario fino al periodo di sua massima espansione e dei suoi processi produttivi; tra i numerosi reperti esposti, i contributi più sostanziosi provengono dal fotografo Luigi Gardel, che ha messo a disposizione varie sue fotografie e materiale appartenuto al perito minerario Massimo Mocci, e dal signor Rinaldo Raber che, avendo lavorato per molti anni alle dipendenze dell’A.Ca.I., ha conservato una preziosa serie di documenti ed oggetti legati alle attività dell’Ufficio Tecnico dell’epoca, ed ha raccolto i suoi ricordi in due libri nei quali descrive minuziosamente le vicende della Miniera di Cludinico e del locale sfruttamento del carbon fossile.

Si è così potuto creare un percorso ideale organizzato a sezioni tematiche che consente ai visitatori di prendere coscienza dell’intero processo produttivo, dalla rappresentazione dei livelli di affioramento ai reperti dei carotaggi effettuati con le sonde Swenska, dai sistemi di avanzamento in galleria al brillamento delle mine, dagli attrezzi usati per l’estrazione del carbone, alla fucina ed all’attrezzatura della falegnameria; un apposito spazio è dedicato alla vita negli alloggiamenti ed al tempo libero dei minatori, molti dei quali provenienti anche da fuori regione. Ben rappresentati sono inoltre gli strumenti utilizzati per i rilievi topografici, le lampade a carburo di cui si servivano i minatori, l’oggettistica dell’Ufficio Tecnico e la bibliografia d’epoca dedicata al mondo delle miniere.

La sede del Museo funge da punto di partenza per l’escursione all’interno della ex Miniera Creta d’Oro (facente parte assieme alla Vareton e Rio Malon dell’intero complesso minerario di Cludinico), riscoperta dalla compianta guida naturalistica Michele Covassi; si tratta di un interessante tuffo nel passato, che lascerà un ricordo indelebile in quanti avranno l’opportunità di poterla visitare: percorrendo il dedalo di gallerie ora illuminate e messe in sicurezza, muniti di casco e pila, si potranno identificare le vene di carbone ancora presenti, capire le varie fasi del processo estrattivo ma anche ammirare le sorprendenti concrezioni che si sono formate nell’arco di un cinquantennio.

(Testo tratto dal sito web della miniera) 

Foto gentilmente concesse dall’Ente Gestore 

 
 

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