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Magnum gaudium dell’Anci del Fvg per il via libera in Consiglio regionale dell’articolo 29 bis del ddl n. 71 della Riforma degli Enti Locali passato con 26 voti favorevoli, 14 contrari e una astensione.
Grazie a questa nuova norma, l’Anci del Fvg andrà a fornire delle attività di supporto al sistema delle autonomie locali occupandosi, tramite un Centro Servizi, sia della formazione dei dipendenti che dell’organizzazione, con particolare attenzione alle Amministrazioni medio – piccole, ossia fino a 7.500 abitanti.
Un passo importante per l’Ente che riunisce le amministrazioni Comunali, visto che ha seguito la nascita, lo sviluppo del ddl. Una norma, secondo Anci, articolata con un impianto asciutto, privo di rigidità, e che permetterà di adeguarsi alle diverse necessità che via via nasceranno in seguito alla sua entrata in vigore.
Al fine di accompagnare il sistema delle autonomie locali nei processi di riforma, con l’articolo 29 bis, Anci Fvg ha chiesto e ottenuto dalla Regione Fvg la gestione di specifici servizi informativi, di supporto operativo e organizzativo da indirizzare ai dipendenti del Comparto Unico e agli amministratori con lo scopo di fargli acquisire le competenze necessarie in base alla mansione svolta. Servizi che Anci indirizzerà soprattuto ai Comuni sotto i 7.500 abitanti e per cui la Regione ha previsto un finanziamento specifico.
“L’ obiettivo – commenta Dorino Favot, presidente di Anci Fvg (nella foto in basso) – è quello di permettere a tutte le Amministrazioni, soprattutto a quelle più piccole e che da tempo denunciano gravi difficoltà, di non restare indietro. Allo stesso tempo Anci ha chiesto un tavolo permanente con l’assessore regionale alle Autonomia Locali Roberti per discutere di altri punti cruciali come il principio di Adeguatezza, la sostenibilità finanziaria dei percorsi di aggregazione per i Comuni che decidessero di intraprendere questo percorso, ed infine l’armonizzazione delle funzioni di programmazione e sviluppo territoriale in capo alla Regione, ai Comuni, alle Comunità di montagna obbligatorie, alle Comunità di pianura volontarie e, in prospettiva, al nuovo Ente di decentramento”.
