In Friuli individuato il primo rifugio riproduttivo della nottola gigante d’Italia

La nottola gigante vive e sembra prosperare in Friuli. Se in ben 95 anni erano stati solo due gli avvistamenti della specie, uno a Passons nel 2019 e uno a Trieste nel 1927, negli ultimi mesi una rece...
Giancarlo Virgilio
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La nottola gigante vive e sembra prosperare in Friuli. Se in ben 95 anni erano stati solo due gli avvistamenti della specie, uno a Passons nel 2019 e uno a Trieste nel 1927, negli ultimi mesi una recente scoperta riscriverà la storia del grande mammifero alato in regione. Nella Bassa Friulana, all’interno di un bosco recintato di circa venti ettari, sono state censite circa 240 nottole. Tra queste, qualche decina sono della specie gigante, chirottero capace di percorrere anche 130 km al giorno e con un’apertura alare di quasi il mezzo metro.  

La scoperta è nata quasi per caso, ovvero sfogliando un libro fotonaturalistico dedicato ai boschi umidi presenti nella golena friulana. A realizzarlo è stata la fotografa estone Anne Maenurm, appassionata ricercatrice della “Silva lupanica”, ovvero dell’antica foresta che un tempo ricopriva la pianura tra il Livenza e l’Isonzo. La fotografa nel corso delle sue 55 uscite è riuscita a raccogliere importanti informazioni da cui è poi partita la ricerca scientifica realizzata con la collaborazione di Matteo De Luca, Marco Luca, Stefano Zanini, Sandra Bellomo e Luca Lapini.

Come ci ha raccontato proprio quest’ultimo, zoologo del Museo di Storia Naturale di Udine, il primo rifugio riproduttivo della nottola gigante scoperto in Italia si trova nel comune di Cervignano del Friuli, all’interno di un’azienda faunistica venatoria privata. E la caratteristica che ha favorito la proliferazione dei grandi pipistrelli rivestiti da pelliccia è la presenza di almeno 12 alberi cavi, piante che forniscono alla specie l’habitat ideale per la riproduzione.

La notizia sbalorditiva, di importanza nazionale ed europea, è proprio quella di essere riusciti a individuare per la prima volta in Italia una nursery di una specie che si riteneva quasi estinta, una delle pochissime mai rilevate in Europa. Proprio per tutelare ed evitare l’abbattimento delle querce e dei frassini, i ricercatori hanno informato il Servizio Biodiversità del Ministero dell’ambiente e della Regione, chiedendo l’istituzione di un biotopo, necessario a proteggere la nursery mista.

Le ricerche ora punteranno a studiare gli altri boschi planiziari presenti nella Bassa friulana, macchie verdi che coprono una grandezza di 500 ettari.

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