Risanamento dell’Adriatico, innestate piante marine nel golfo di Panzano per salvare acqua e habitat

Il progetto, che prevede l’installazione di speciali boe ecologiche e l’attuazione di un sistema di monitoraggio del mare, è sostenuto dall’Unione Europa. La partenza è avvenuta con un natante dal Cen...
Redazione
loading...

I cambiamenti climatici, ma soprattutto l’inquinamento e gli sversamenti, stanno distruggendo in modo rapido e spesso irreversibile le comunità marino – costiere dell’intero Adriatico, con conseguente perdita dell’ecosistema ad esso associato. In particolare nel litorale fra Trieste e Venezia si è assistito negli ultimi anni alla perdita di importanti habitat come quelli costituiti dalle praterie di Cymodocea e Fucus virsoides, un’alga molto importante per l’equilibrio ecologico dell’ambiente del mare.

Per rimediare a questa prospettiva disastrosa, un progetto per il quale l’Unione europea ha messo a disposizione oltre 2,2 milioni di euro, sarà avviato a partire da oggi nel golfo di Panzano un processo all’avanguardia di insediamento e piantumazione di una rete di praterie di fanerogame, che sarà esteso anche ad altri ambiti sensibili e in particolare al Parco nazionale delle Incoronate e al parco pugliese delle Dune.

A fare da capofila di un’iniziativa che la Ue intende assumere come modello da trasferire a tutti i Paesi costieri, è il Comune di Monfalcone, che si avvale della collaborazione del Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema Lagunare di Venezia, del Parco Marino di Miramare, della cooperativa di biologia Selc e dell’Università di Fiume.

Accanto alla piantumazione, il progetto prevede anche la sistemazione di una rete di boe ecologiche e l’attuazione di un sistema di monitoraggio del mare Adriatico per tenere sotto controllo le aree sensibili e il rischio di degrado.

Le praterie di fanerogame, del tipo della Poseidona oceanica, saranno ubicate a ridosso della linea di costa nell’area fra Monfalcone e Panzano adiacente al parco naturale della Cona con il compito di create un habitat importante per la biodiversità sia animale che vegetale associata, quale zona nursery per molte specie ittiche anche di interesse commerciale. Ma soprattutto avranno la funzione come tutti i vegetali di abbattere il contenuto di CO2. In questo senso può essere paragonata alla creazione di una nuova foresta sulla terraferma.

Il progetta assume rilevanza anche per la prospettiva di allargare l’ambito di intervento ad altre tipologie. Sia Cymodocea, sia il Fucus sono quasi del tutto scomparse dall’alto Adriatico fatta eccezione per piccoli popolamenti residuali individuati nella zona di Monfalcone. In particolare proprio nel golfo di Panzano è rimasto l’ultimo popolamento di Fucus che un tempo di trovava su tutti i substrati rocciosi della nostra costa e nell’intero Mediterraneo, da cui è scomparsa ed è una specie “bandiera” delle nostre acque, conosciuta a livello internazionale per le sue peculiarità. Si tratta di un “relitto glaciale”, che ha resistito dalle glaciazioni quaternarie, distante geograficamente migliaia di chilometri da “specie sorelle” dello stesso genere che vivono in Atlantico, nelle coste del Portogallo e Inghilterra. Se continua a ridursi come sta avvenendo è candidata ad essere la prima estinzione documentata in ambiente marino. Presso il laboratorio di Algologia dell’Università di Trieste da tempo si lavora per ripristinare questi habitat attraverso un vero e proprio restauro marino.

Un altro organismo che sta scomparendo dal Golfo di Trieste e che è rimasto invece a Monfalcone è il grande mollusco Pinna nobilis. In questo caso la sua morte è legata ad un batterio che lo sta infettando in tutto il Mediterraneo con mortalità elevatissime. Sia Cymodocea, che Fucus che Pinna godono di protezione da parte di alcune direttive europee.

Proteggere però non è più sufficiente: è necessario ripristinare queste comunità. Da qui la l’importanza che l’Unione europea sta dando al progetto del Comune di Monfalcone, denominato Saspas, che si concluderà proprio con la presentazione delle linee guida per la più ampia disseminazione dei risultati in tutto l’Adriatico e negli altri mari.

Potrebbe interessarti anche

©2022 TELEFRIULI. Tutti i diritti riservati | P. IVA 01313840306. La testata Telefriuli è registrata al Tribunale di Udine, n° 414/78 il 21.02.1978
Powered by Rubidia