Rotta balcanica: la radiografia sull’accoglienza in Fvg

I dati sull'immigrazione elaborati dalla Commissione in Consiglio Regionale e dai prefetti di Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia
Redazione
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La rotta balcanica dell’immigrazione è ancora aperta e viva. E viene percorsa ogni giorno da decine di migranti, soprattutto pakistani e afghani. Quanti? Almeno 5.526, solo nel 2019: 3.509 sono stati intercettati dalle forze dell’ordine e altri 2.017 sono riusciti a sfuggire ai controlli e hanno poi chiesto asilo.

Nessuno, invece, sa quanti sono gli immigrati entrati nella nostra regione che hanno fatto poi perdere le tracce.

Perché quella del contrasto all’immigrazione lungo la frontiera del Nordest è un’attività difficile: un territorio aspro e coperto di vegetazione; un numero incredibile di valichi, senza contare la capacità dei passeur e degli immigrati s’inventarsi ogni sorta di espediente per sfuggire alle forze dell’ordine.

Molto è stato fatto negli ultimi mesi, anche grazie alle pattuglie miste italo-slovene che, però, dal prossimo 30 settembre, torneranno a casa, salvo diverse decisioni dei ministeri dei due Paesi. —Il quadro dell’immigrazione e dell’accoglienza in Friuli Venezia Giulia è stato tracciato, oggi, a Trieste, dai quattro prefetti davanti alla sesta Commissione del Consiglio Regionale.

Che ha saputo così che in pochi mesi i richiedenti asilo in regione sono diminuiti di ben 1.262 unità, trasferiti in altre regioni italiane: erano 3.651 il primo luglio; sono 2.951 al 16 settembre. Dove sono? A Trieste, sparsi in strutture di accoglienza diffuse in città; a Udine nella caserma Cavarzerani (ben 873, per la quasi totalità pakistani); ma anche a Pordenone e Gorizia.

E la burocrazia? La Commissione che deve esaminare le domande per il riconoscimento della protezione internazionale, in questo momento, ha 1.710 pratiche: 1.473 sono nuove mentre 1.850 sono quelle che ha analizzato e definito nei mesi scorsi.

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