Rubavano batterie dei ripetitori per rivenderle in Burkina Faso

Presa la banda
Redazione

Sono 7 le persone, tutte originarie della provincia di Napoli, destinatarie di misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Gorizia, a conclusione dell’indagine condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Gradisca d’Isonzo contro i furti seriali di batterie tampone sottratte dai ripetitori di segnale delle più importanti compagnie telefoniche operanti sul territorio nazionale come TIM, VODAFONE, WIND-TRE.

Chi sono

Le misure, sono state emesse a carico di un uomo di 58 anni, residente a Cardito (Napoli), sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa, di un uomo di 38 anni, residente a Melito di Napoli (Napoli), di un uomo di 45 anni, residente a Napoli, ristretto presso la casa circondariale di Napoli, di un 39enne residente a Napoli, di un uomo di 54 anni, residente a Caivano (Napoli) e di un uomo, infine, di 61 anni, residente a Napoli.

Le indagini

Le indagini, iniziate a marzo del 2019, a seguito di una serie di furti consumati tra Monfalcone, Staranzano e Gradisca d’Isonzo, si sono sviluppate grazie all’analisi puntuale delle comunicazioni telefoniche e telematiche e alle localizzazioni gps, permettendo di ricostruire tutta la filiera criminale, individuando gli autori dei furti, il luogo di stoccaggio delle batterie e la loro destinazione finale, in Burkina Faso, attraverso contatti di origine africana, per essere rivendute per alimentare le case di corrente elettrica.

Ogni settimana, la banda, composta quasi sempre da tre-quattro persone, si trasferiva al nord Italia, alloggiando ogni volta in strutture ricettive diverse e a bordo di veicoli a noleggio differenti, proprio per rendere difficoltosa la loro localizzazione.

In una giornata, colpivano anche cinque o sei siti in più province, trafugando quotidianamente, dalle trenta alle quaranta batterie.

“La particolarità dell’attività criminale, conclusa lo scorso luglio, oltre all’aspetto di natura economica, se si pensa che una sola di queste batterie ha un costo di circa 300 euro, accende i riflettori anche su un problema di allarme sociale -sottolinea il comandante della Compagnia Carabinieri di Gradisca d’Isonzo, il capitano Barbara Salvo -. I furti degli accumulatori dei gruppi di continuità delle antenne rischiano di mettere fuori uso le reti telefoniche di zone estese, che rimangono così prive di segnale telefonico, il cui servizio, oltre ad essere alla base del funzionamento delle apparecchiature telefoniche, è fondamentale in quanto le telecomunicazioni sono un’infrastruttura indispensabile per la sicurezza del paese in caso di calamità”.

Trentatré in tutto i furti contestati, ma il numero su cui si indaga e di gran lunga superiore, perché la banda agiva con una quotidianità costante. Oltre 437 sono state infatti le batterie rinvenute dagli investigatori per un valore pari a circa centotrentamila euro e già restituite ai legittimi proprietari.

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