‘Sciabolate’ contro il Prosecco, nel Sud Italia partito un boicottaggio

Il vino prodotto in Veneto e in Friuli bersaglio politico contro l’autonomia chiesta dal Nord
Rossano Cattivello

Nelle regioni del Sud Italia è scoppiato il boicottaggio contro il Prosecco. L’iniziativa è partita dalla Calabria e si sta estendendo anche alle altre regioni. I bar, con tanto di locandina affissa all’ingresso, dichiarano di non servire prodotti e in particolare vini del Nord. E soprattutto di non servire il Prosecco, simbolo evidentemente non solo vinicolo del Nordest, ma anche politico e bersaglio quindi contro la richiesta di maggiore autonomia da tempo portata avanti dal governo regionale veneto. A lanciare la crociata è stato il giornalista e scrittore pugliese Pino Aprile.

La superficie attualmente autorizzata all’impianto del vitigno Glera, dalla cui uva si spumantizza il Prosecco, è attualmente di 24.450 ettari, in gran parte in Veneto, mentre in Friuli-Venezia Giulia sono 3.500 ettari. Recentemente è stata autorizzato l’impianto di ulteriori 1.200 ettari, di cui 222 nella nostra regione.

Il boicottaggio meridionale, anche se fosse esteso, non dovrebbe comunque impensierire i produttori veneti e friulani. La vendemmia 2018 ha consentito una produzione di 3,6 milioni di ettolitri, cioè il 10,7% in più rispetto all’anno precedente. Ma è la dimensione del valore commerciale che ha fatto registrare l’accelerazione più marcata con un aumento del 13,4%, salendo così a 2,4 miliardi di euro, grazie alla vendita di 466 milioni di bottiglie.

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