Sciopero per sbloccare la trattativa sul contratto nazionale dell’industria del legno

E' stato proclamato da Cgil-Cisl-Uil a sostegno del riavvio del tavolo. Il settore in Fvg conta 18mila addetti e 3,9 miliardi di fatturato nel 2019. I sindacati: “Il comparto tiene, le aziende investa...
Redazione

Sedici ore di sciopero per sbloccare la trattativa sul contratto nazionale dell’industria del legno. Le hanno proclamate le segreterie nazionali dei sindacati di categoria Fenaal-Uil, Filca-Cisl e Fillea Cgil, scegliendo per una doppia giornata di astensione dal lavoro: regionale la prima, che in Friuli Venezia Giulia è stata fissata per venerdì 30 ottobre, nazionale la seconda, il 13 novembre.

RIPARTE IL TAVOLO

La decisione è stata assunta nell’ambito dello stato di agitazione dei sindacati, avviato ad agosto dopo la rottura della trattativa da parte di Federlegno. La mobilitazione punta proprio a sostenere le rivendicazioni sindacali in vista del riavvio del negoziato, previsto per lunedì prossimo, 19 ottobre. «La rottura – denunciano i segretari regionali Massimo Minen (Feneal), Luciano Bettin (Filca) e Massimo Marega (Fillea) – era nata da un atteggiamento sbagliato di Federlegno, che ha continuato a perseguire un modello basato esclusivamente sulla riduzione dei costi e su una gestione unilaterale dell’impresa, anziché cogliere le nostre proposte su qualità del lavoro, investimenti, professionalità e organizzazione. Da qui la mancanza di risposte su temi importanti come ambiente e sicurezza, formazione, diritti, bilateralità, welfare e adeguamenti retributivi, e la chiusura opposta a modelli organizzativi che prevedano partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa, che sarebbe in linea con l’evoluzione connessa a Industria 4.0».

SETTORE STRATEGICO

La trattativa riparte in salita, nonostante i segnali di vitalità dati dal settore anche quest’anno: dopo un 2019 chiuso al +5%, infatti, il legno arredo sta tenendo nonostante l’emergenza sanitaria ed economica, anche a fronte di importanti innovazioni organizzative connesse al digitale. Segnali confortanti anche in Friuli Venezia Giulia, la quarta regione in Italia per numero di addetti nel comparto (18mila) e addirittura la terza per il fatturato prodotto, 3,9 miliardi di euro nel 2019, di cui il 75% relativo all’arredo e il 25% al legno. Particolarmente elevato il peso sul manifatturo regionale, pari al 14% in termini di produzione, il più alto a livello nazionale, a conferma della strategicità di un settore che in questo momento, peraltro, registra un ricorso agli ammortizzatori decisamente inferiore alla media degli altri comparti e un andamento occupazionale positivo in diverse importanti aziende».

CONTRATTARE LA RIPRESA

«I numeri sono incoraggianti – commentano ancora Minen, Bettin e Marega – ma non stanno favorendo uno sblocco della trattativa, nonostante le importanti aperture del sindacato sui temi della stagionalità e delle percentuali per il ricorso al lavoro somministrato. Fatichiamo a comprendere questo atteggiamento, certi come siamo che le aziende italiane e regionali abbiano maggiori opportunità di essere vincenti nel mondo investendo sulla qualità del lavoro e sull’innovazione di prodotto e di processo, anche attraverso un rinnovo contrattuale capace di valorizzare questi fattori e di dare impulso alla contrattazione a livello aziendale, dove potrebbe svilupparsi un dialogo proficuo sia per la gestione di questa difficile fase – concludono i segretari regionali – sia per porre le basi per un’ulteriore fase di crescita e di sviluppo del comparto».

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