Scopre di essere positivo, ma con il tampone di controllo cade nel limbo

 Venerdì 11 dicembre ho fatto il test al drive-in del Fiera a Udine essendo risultato positivo al Covid-19 durante un tampone di screening fatto al lavoro. Da buon cittadino ho informato s...
Redazione

Il racconto di Andrea Spinato, ex consigliere di Cassacco, in isolamento assieme ai familiari in attesa di sottoporsi ad un tampone di controllo molecolare. Una situazione, purtroppo, molto simile a quella di tanti altri cittadini

Venerdì 11 dicembre ho fatto il test al drive-in del Fiera a Udine essendo risultato positivo al Covid-19 durante un tampone di screening fatto al lavoro. Da buon cittadino ho informato subito il mio medico e dopo tre giorni sono stato inserito nella lista di coloro che avrebbero dovuto fare il tampone di controllo. Tutto ciò ha significato non solo un ovvio ed istantaneo isolamento domiciliare per me e per tutta la mia famiglia ma anche uno stato di allerta per tutti i colleghi di lavoro ed amici che volenti o nolenti hanno avuto contatti diretti con me. Ad oggi, dopo più di 110 ore di attesa però “non esiste ancora nessun referto” né sul fascicolo sanitario Sesamo né sulla cartella sanitaria in ospedale G2. L’unico numero di emergenza Covid dichiara che un operatore sarà disponibile 5 giorni su 7 dalle ore 8.30 alle 14.30 ma di fatto non si riesce mai a prendere la linea (solo ieri ho provato 34 volte a chiamare) e all’indirizzo di Posta Elettronica messo a disposizione dal Dipartimento di Prevenzione naturalmente non risponde nessuno (sono ancora in attesa di conoscere la modalità per segnalare la mia positività sull’App Immuni).

I quesiti

Da qui una serie di interrogativi: se il referto viene promesso in tempi rapidi perché si verificano tali ritardi? Perché i giornali vengono aggiornati tramite i bollettini mentre le persone interessate da tale bilancio non sono informate? Perché i link e gli indirizzi mail a supporto forniti non funzionano mai? Le tantissime persone che non hanno la fortuna di usufruire dello smart working cosa dovrebbero fare? Prendere ferie? Permessi? Aspettative? Certificati? Chi restituisce ai ragazzi giorni di scuola inutilmente persi?

‘Modus operandi sconclusionato’

Un risultato che non arriva non riguarda una sola persona ma decine di persone (nel migliore dei casi) che dotate di un sano senso civico evitano di uscire e potenzialmente contagiare altre persone. Con tale sconclusionato modus operandi, si rischia di ottenere ancora più caos, le persone smetteranno di essere collaborative, se ne fregheranno e inizieranno a infischiarsene di contagi e quant’altro. Il problema quindi non è zona gialla o rossa ma garantire un sistema sanitario efficace ed efficiente oltre che accessibile a tutti e mi dispiace ma ad oggi .. siamo lontani anni luce!

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