Segnali di ripresa nel Porto di Trieste: torna la crescita

Positivo anche il mese di aprile per il petrolio che sta riportando lo scalo a un saldo positivo. A Monfalcone l’attività è penalizzate dal mercato automobilistico.
Andrea Pierini
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Nonostante il Covid e il blocco del canale di Suez, per circa una settimana, i dati dei primi mesi del 2021 sorridono al porto di Trieste. Se i contenitori hanno registrato una crescita rispetto al 2020 del 4%, con oltre 250 mila Teu movimentati, a dare numeri record sono i Ro.Ro, che consolidano ulteriormente il loro andamento positivo +32%. A far segnare dati negativi sono le rinfuse solide -9%, e liquide, -17,6%, a causa del petrolio che ha portato a un calo dei volumi complessi movimentati in porto del -9,5%. I valori del singolo mese di aprile fanno però intravedere incoraggianti segnali di ripresa del segmento delle rinfuse liquide +24%, con il relativo beneficio a cascata sui volumi complessivi dello scalo giuliano, che per la prima volta dopo la pandemia evidenziano una crescita a doppia cifra +20,44% sul mese di aprile dell’anno scorso.
Per quanto riguarda i collegamenti ferroviari la pandemia sembra ormai alle porte, almeno per i traffici, con il ritorno ai livelli del pre-Covid con 3.045 treni operati nei primi quattro mesi +8,52%, e sul singolo mese di aprile con un rialzo del 40,40%.
A Monfalcone invece la movimentazione delle merci nei primi quattro mesi ha visto un calo dell’11,3% riconducibile al settore delle merci varie e a quello delle rinfuse solide. Rassicuranti segnali di ripresa per il settore contenitori +30,59%. Negativo invece il comparto veicoli commerciali causa le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e componentistica elettronica, di cui sta risentendo l’industria automobilistica e il suo indotto.

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