Serpenti protetti rischiano di morire durante il letargo: salvati / LE IMMAGINI

Un delicato soccorso grazie alla preziosa consulenza dell'erpetologo Luca Lapini. Gli esemplari in pericolo sono stati portati al sicuro
Paola Treppo

Alla fine dello scorso anno alcuni operatori del Consorzio di Bonifica Cellina Meduna hanno segnalato il rinvenimento di alcuni serpenti in letargo in un pozzetto di servizio ad alcuni impianti idraulici sotto pressione alla periferia di Vivaro.

Si trattava di una ventina di biacchi neri e di almeno una biscia d’acqua dal collare, tutti protetti da diverse leggi regionali italiane e da varie convenzioni internazionali.

Si è deciso quindi di intervenire con un un trasferimento rapido dei serpenti in stato di ibernazione (letargo), per evitare che restassero uccisi nel corso di imminenti lavori di ristrutturazione degli impianti idrici sotterranei in cui si erano rifugiati per trascorrere la stagione fredda.

Per sapere esattamente come procedere, si è chiesta la consulenza dell’erpetologo Luca Lapini, del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, titolare di permesso ministeriale di cattura in deroga di specie protette della direttiva Habitat 92/43 CEE.

Il Museo da anni segue e monitora le specie ex articolo 17 della Direttiva Habitat per conto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Si è quindi stabilito di liberare gli animali entro un raggio di una decina di chilometri, in una nuova cavità adatta al letargo, una “cella letargale”, ancora da individuare.

Le foto sono di Caldana, Dreon, Commessatti

L’ibernacolo è stato individuato da Mauro Caldana (Associazione Naturalisti Cordenons) in un pozzetto di una struttura ipogea militare dismessa dei Magredi di Cordenons dove gli animali sarebbero stati sicuri.

Sono state quindi adottate tutte le misure per garantire la protezione degli ibernanti e garantire loro di proseguire il letargo in sicurezza. Un importante intervento di soccorso per specie protette, ancora una volta garantito dalla collaborazione tra Corpo Forestale Regionale e Museo Friulano di Storia Naturale di Udine. Una ulteriore dimostrazione che con poco si puo’ fare molto per tutelare la biodiversità.

La presenza dei serpenti è stata segnalata al Corpo Forestale.

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