Si attende il decreto sulle riaperture. Dal 26 aprile il Friuli Venezia Giulia spera nel giallo

In attesa del Consiglio dei Ministri previsto tra mercoledì e giovedì, con il varo del nuovo decreto, nel pomeriggio è programmato un nuovo vertice tra Governo e Regione, precedut...
Alessandra Salvatori
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In attesa del Consiglio dei Ministri previsto tra mercoledì e giovedì, con il varo del nuovo decreto, nel pomeriggio è programmato un nuovo vertice tra Governo e Regione, preceduto dalla riunione del Comitato Tecnico scientifico, chiamato ad esprimere il proprio parere sul piano delle riaperture graduali presentato dal premier Mario Draghi. Un appuntamento, quello del 26 aprile, al quale il Friuli Venezia Giulia spera di presentarsi in fascia gialla. Tra i temi del confronto, fissato alle 17, tra Governo e Regioni c’è quello degli spostamenti tra territori.

Tra regioni in zona rossa e arancione, fino al 26 aprile sarà sufficiente un’autocertificazione che attesti di essersi sottoposti a vaccino, di essere guariti dal Covid o di essere risultati negativi ad un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti. Sul fronte delle riaperture, più regioni chiedono di posticipare alle 23 l’inizio del coprifuoco e di anticipare al 15 maggio la riapertura dei ristoranti al chiuso.

Al centro del dibattito ci sarà anche la scuola. La scelta di tornare in presenza al 100% dal 26 aprile, che vede quale primo sostenitore il Presidente del Consiglio Draghi, trova resistenze. Mezzi di trasporto e orari di ingresso di ingresso scaglionati negli istituti sono le principali questioni da affrontare. Resta da capire, ad esempio, se la capienza massima consentita nei mezzi sarà del 50%. Il Governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga ha detto che c’è disponibilità a discutere e trovare soluzioni, sottolineando che ci sono limiti fisici, come la disponibilità dei mezzi, che non si possono superare. Fedriga si è espresso positivamente anche sulla possibilità di introdurre a scuola i test salivari, non invasivi e che non prevedono l’impiego di personale sanitario.

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