«Sindaco fascista», striscione esposto sulla recinzione della casa di Ciriani

Ignoti nella notte hanno appeso un telo davanti all'abitazione del primo cittadino di Pordenone additandolo come fascista. "Malinteso è un sindaco fascista in una provincia medaglia d'oro alla ...
Redazione

Ignoti nella notte hanno appeso un telo davanti all’abitazione del primo cittadino di Pordenone additandolo come fascista. “Malinteso è un sindaco fascista in una provincia medaglia d’oro alla resistenza!!!”. Questa la frase vergata indirizzata ad Alessandro Ciriani, colpevole secondo gli autori di non aver presenziato ad una manifestazione organizzata per celebrare il centenario delle giornate antifasciste del quartiere di Torre di Pordenone.

A raccontare lo spiacevole accaduto è stato lo stesso Ciriani, spaventato per essere stato svegliato di primo mattino dai carabinieri.

“Questa mattina alle 07.20 sento suonare il campanello – spiega il sindaco su Facebook -. Sono i Carabinieri e subito penso ad una disgrazia. Tranquillizzo i miei genitori molto anziani, svegliati anche loro. Corro ad aprire domandandomi, angosciato, chi dei miei familiari avrà perso la vita in un incidente. Invece i militari, gentilissimi, mi accompagnano fino ad un tratto della recinzione di casa, quella esposta alla strada, dove campeggia un grande striscione. Il testo? Il sindaco fascista e la resistenza bla bla…”

Ciriani poi prosegue: “Eccoli qui i sinceri democratici e antifascisti e antirazzisti e antiquellochevipare che, a corto di idee e a ridosso della campagna elettorale, non trovano di meglio che togliere dalla soffitta il peggior nostalgismo anni ’70. Antifascisti? In realtà, un grumo violento e intollerante della peggiore sinistra. Questo gesto, volendo usare lo stesso esasperato armamentario politico della sx cittadina, non è una vigliacca intimidazione? Non è comunicare che “sappiamo dove vivi”? Non è come quando i nazisti segnavano con vernice le case degli ebrei? Nella loro testa bacata è così ma io preferisco trattare il fatto come esercizio di imbecillità totale e spero che sia corale e senza distinguo la condanna. Non tanto per il gesto in sé – conclude il primo cittadino -, quanto per aver svegliato e spaventato due anziani malati, due bambini e sporcato una casa privata.”

Le distanze dal gesto sono state espresse dalla Lista civica pordenonese ‘Il bene Comune’ che concorrerà alle elezioni amministrative del 2021. “Tutte le forme che si discostano dal dialogo aperto e civile sono forme di fascismo”, spiegano in un post da cui abbiamo tratto l’immagine in alto. “Il Sindaco Ciriani ha fatto portare via le coperte ai migranti? Ha ridotto i tempi di intervento dell’opposizione in Consiglio? Si è sottratto al dialogo con cittadini? Ha misconosciuto il valore antifascista della Costituzione, figlia della Resistenza? SÌ. Ha fatto tutte queste cose”, proseguono. “Ma quello nell’immagine non è il modo di contestarlo – sottolineano. Siamo contrari ad ogni forma di aggressione a spazi personali e alla vita privata, che per di più coinvolgono anche persone estranee e minori. Basta attacchi personali. Basta manifesti fuori dalle scuole. Basta strumentalizzazioni”.

“Atti o attacchi compiuti dietro l’anonimato vanno in ogni caso respinti, ancor più se invadono la sfera privata e familiare, seppur di un personaggio pubblico. Al sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, e alla sua famiglia esprimo dunque la mia solidarietà per l’inaccettabile invasione da parte di ignoti, subita con l’affissione di uno striscione fuori casa”. Questo il commento del consigliere regionale del Pd Sergio Bolzonello che aggiunge. ““Non sono certo questi i toni democratici ai quali guardiamo, né tantomeno quelli che persone democratiche e di buon senso auspicano in particolare per la campagna elettorale a Pordenone – dice Bozonello nella sua nota -. Pur nella diversità di idee e opinioni, il dibattito non può prescindere da dinamiche di chiarezza e correttezza che in questo caso sono del tutto mancate”.

Immediata la solidarietà dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia. “Purtroppo”, dichiara Alessandro Basso, consigliere regionale ma anche comunale di Pordenone, “questo è il modo peggiore per iniziare una campagna elettorale. Ma chi pensa che Alessandro Ciriani possa farsi intimidire da simili gesti non lo conosce affatto. Sono certo”, conclude Basso, “che tutta la città si stringerà con affetto e solidarietà intorno al suo Sindaco”.

“Questo inaccettabile gesto”, stigmatizza il capogruppo Claudio Giacomelli, “è il frutto della più becera retorica antifascista che spinge qualche scalmanato a simili gesti intimidatori. Piena solidarietà a Alessandro Ciriani, bersaglio di inaccettabili e vergognosi atti di intimidazione messi in atto da parte di una sinistra intollerante e a corto di idee”.

“Si vede”, sottolinea Leonardo Barberio, “che qualcuno pensa di essere ancora negli anni ’70. Un clima da caccia alle streghe che ci rigetta nei tempi più bui che speravamo di esserci definitivamente lasciati alle spalle”.

“Doverosa solidarietà al sindaco Ciriani e alla sua famiglia per uno striscione rozzamente polemico che non doveva essere affisso, meno che mai sul recinto della sua casa. Un brutto episodio di cui nessuno sentiva la necessità. Purtroppo non mancano mai i cretini capaci di trasformare una giusta e sacrosanta critica politica al sindaco Ciriani in un attacco personale ingiustificato e controproducente, che ottiene il risultato di mettere in ombra le celebrazioni delle Barricate antifasciste di Torre. Da parte del Partito Democratico nessuna copertura e solo condanna ad atti anche solo psicologicamente violenti e inopportuni, ma nemmeno concessioni al relativismo e all’indifferenza su valori fondanti della nostra democrazia, che è antifascista”, lo afferma Renzo Liva, della segreteria regionale Pd Fvg.

“La solidarietà al sindaco non si estende alle parole – precisa l’esponente dem – con cui Ciriani tenta di mettere in un sol mazzo l’antifascismo, gli antifascisti e forse tutti i democratici assieme agli autori di questa azione minacciosa e condannabile. Al sindaco Ciriani ribadiamo che l’antifascismo intransigente e democratico non è ‘bla bla’, né una moda salottiera né uno schermo per violenti: è il fondamento della nostra Costituzione”. Per Liva “la voluta dimenticanza della ricorrenza delle Giornate di Torre è una macchia che resta sul suo mandato di sindaco di Pordenone, un’istituzione che deve rappresentare la sensibilità dell’intera storia cittadina, anche di quella gloriosamente antifascista”.

“Il Partito democratico della federazione di Pordenone con tutti i suoi circoli locali è unanime nell’esprimere forte condanna al gesto compiuto nei confronti del sindaco Ciriani. Il nostro essere antifascisti ha come presupposto il rifiuto di ogni espressione e gesto che siano ispirati o inducano anche minimamente a odio e violenza e che si spingano a violare proprietà e libertà personali, al di fuori dai canoni del corretto dibattito politico”. Sono il segretario provinciale Giorgio Zanin e la presidente dell’assemblea provinciale Gloria Favret a prendere le distanze dagli atti compiuti da ignoti presso l’abitazione del sindaco di Pordenone nel contesto dell’annunciata mancata partecipazione alle celebrazioni del centenario delle Barricate antifasciste di Torre.

“Le nostre idee – aggiunge Favret – stanno agli antipodi rispetto a quelle del sindaco Ciriani e della forza politica cui lui appartiene, ma le difenderemo sempre nella giusta sede politica, con un confronto che potrà anche essere schietto ma resterà, come deve, sempre nell’alveo del rispetto delle libertà di ciascuno e della legge. Mai tollereremo che la critica politica intacchi la sfera personale degli affetti, le libertà e la proprietà privata, perché fermo è in noi il rispetto del dettato costituzionale”.

“Non siamo e non saremo mai tra i seminatori di vento che inevitabilmente si espongono a raccogliere tempesta” precisa Zanin ribadendo “con nettezza che la democrazia è una questione di rispetto delle diversità ed è perciò esigente nei confronti di tutti. Tanto più di coloro i quali, rivestendo ruoli istituzionali, rappresentano l’intera cittadinanza, e che perciò dovrebbero sentire il dovere di vigilare e celebrare i valori e la memoria della Repubblica antifascista, di cui la città di Pordenone gloriosamente si vanta”.

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