Soccorso Alpino inviato a Barcola per un soccorso, la replica di Arcs

In relazione all’incidente accaduto il 22 giugno sugli scogli di Trieste e di cui è comparsa notizia su alcuni media, si precisa quanto segue.La tipologia degli interventi che prevedono l...
Redazione

In relazione all’incidente accaduto il 22 giugno sugli scogli di Trieste, Arcs ha inviato una nota per replicare e spiegare la correttezza sulla procedura eseguita:

La tipologia degli interventi che prevedono l’attivazione del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) sono caratterizzati dalla presenza di un infortunato in ambiente montano, ipogeo o genericamente impervio.

Nel corso della chiamata da parte dell’astante sul posto si parla chiaramente della presenza di un infortunato sugli scogli, non in grado di muoversi autonomamente con ferita al ginocchio e dell’impossibilità di spostarlo sulla banchina.

In questi casi l’invio contestuale di mezzi di soccorso tecnico e sanitario è la normalità, ove fosse necessario in particolare trasportare il paziente dal luogo verso il mezzo di soccorso, con mezzi idonei, garantendo anche, ma non secondariamente, la sicurezza degli operatori sanitari.

In questo caso il numero del chiamante è stato fornito ad entrambi gli enti di soccorso tecnico (CNSAS e VVF) per permettere un contatto diretto e una autonoma presa di coscienza della realtà della situazione.

Cosa si sarebbe scritto se il paziente non fosse stato raggiungibile con le normali modalità e un infermiere si fosse ferito nel tentativo di recupero e si fosse perso tempo per effettuare manovre che solo la presenza di personale specializzato come solo il CNSAS o i VVF sono in grado di garantire? Quello che stupisce non dovrebbe essere l’intervento come è stato programmato, ma il perseverante tentativo di delegittimare  sala operativa regionale per l’emergenza sanitaria (SORES) di Palmanova, al centro di un sistema estremamente complesso, meritevole di contributi seri e costruttivi, tanto più grave in quanto agito da persone con cariche istituzionali.

Il vice governatore Riccardo Riccardi, su Telegram, ha poi commentato la vicenda, fatta emergere dal consigliere del Gruppo Misto Zalukar, aggiungendo: “Il perseverante tentativo di delegittimare una struttura operativa al centro di un sistema estremamente complesso è tanto più grave in quanto agito da persone con cariche istituzionali e che nella vita si occupavano di emergenza”.

La controreplica di Zalukar

Per l’ARCS, l’Azienda di coordinamento salute, inviare il Soccorso alpino a soccorre un bagnante infortunatosi sul lungomare di Barcola rappresenta la “normalità”.
L’ARCS sottolinea che “la tipologia degli interventi che prevedono l’attivazione del Soccorso alpino e speleologico sono caratterizzati dalla presenza di un infortunato in ambiente montano, ipogeo o genericamente impervio.”
E’ così il lungomare di Barcola viene considerato dalla Centrale dell’emergenza di Palmanova come “ambiente impervio”.
Ho lavorato nel 118, e prima ancora con la Croce Rossa, per oltre 25 anni, ho eseguito decine e decine di interventi in soccorso di bagnanti  sul litorale, eppure non mi sono mai reso conto che viale Miramare fosse un luogo “impervio”.  Certo, ci sono degli scogli, ricordo dei soccorsi difficili e più volte ci siamo  fatti aiutare dai pompieri o dai natanti della Guardia Costiera.
Ma impegnare gli specialisti del Soccorso Alpino  su una  scogliera frangiflutti ad altitudine 0 s.l.m. mi  sembra un’incongruenza, un errore  verosimilmente determinato dall’ostinazione ad impiegare nella Centrale di Palmanova operatori che non sembrano avere adeguata esperienza e conoscenza del territorio.
Pare sconcertante che la mia critica sia definita dell’ARCS, e sostenuta sui social dallo stesso Assessore alla salute, come “perseverante tentativo di delegittimare il Sores di Palmanova al centro di un sistema complesso e meritevole di contributi seri e costruttivi”.
Io credo di aver sempre cercato di contribuire in modo costruttivo proponendo di  ritornare alle Centrali operative 118 provinciali, semmai è voler mantenere a tutti i costi  l’attuale assetto di Palmanova, che mi sembra assai poco costruttivo.
E quindi, nonostante le evidenze,  temo che dovremo abituarci a veder sfrecciare le jeep del Soccorso alpino lungo Viale Miramare.
 

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