Sportello digitale per l’edilizia privata di Udine, tra 6 mesi saranno eliminati i documenti cartacei

Passato in Consiglio comunale un emendamento presentato da Pirone (Innovare). “Era assurdo chiedere una doppia copia”. Sulla certificazione Casa Clima, il capogruppo chiede di ascoltare i professionis...
Giancarlo Virgilio

Entro sei mesi il Comune di Udine snellirà sempre di più le procedure e le pratiche necessarie per quei cittadini e professionisti che dal primo marzo si rivolgono al nuovo Sportello digitale per l’edilizia privata. Il carteggio sarà sempre più efficiente. Non sarà più richiesta, infatti, la copia di cortesia che gli uffici comunque richiedevano, nonostante la digitalizzazione avviata proprio per eliminare la presenza di cellulosa. Un doppio lavoro che rendeva quasi insensato l’attivazione dello sportello e che l’intero Consiglio comunale ha ritenuto opportuno eliminare votando in maggioranza l’emendamento presentato da Federico Pirone, capogruppo di Innovare, e dai capigruppo del Partito Democratico e di SiaAmo Udine, Alessandro Venanzi e Lorenzo Patti.

“Basta carta! Grazie a questa piccola ma importante svolta, sarà reso più efficiente e veloce il disbrigo di procedimenti tecnici – spiega Pirone -. Dopo un’attività di ascolto di cittadini, professionisti ed ordini professionali, sul regolamento edilizio abbiamo presentato un emendamento diviso in due parti. Nella prima, abbiamo chiesto una semplificazione amministrativa, ovvero l’eliminazione della copia di cortesia da inviare entro due giorni lavorativi dall’invio telematico della stessa, pena l’improcedibilità della stessa pratica”.

“Si trattava di una contraddizione in termini e un aggravio burocratico per i cittadini, i professionisti e le imprese – precisa il primo firmatario. Il consiglio comunale ha approvato questo emendamento prevedendo che entro un tempo di sei mesi questo obbligo venga eliminato”.

“Nella seconda parte dell’emendamento abbiamo chiesto di togliere l’obbligatorietà di CasaClima che, comunque, rimane con gli incentivi connessi – aggiunge il capogruppo -. Da quando CasaClima fu resa obbligatoria nel 2009, la normativa nazionale sulle certificazioni, a cui tutti dobbiamo adeguarci, ha recepito direttive europee molto stringenti da un punto di vista energetico ed ambientale. Crediamo, inoltre – prosegue il consigliere – , che dopo un decennio sia doveroso per un’amministrazione comunale, dopo una fase di ascolto e di confronto con il territorio, operare un bilancio dei suoi strumenti regolamentari ed eventualmente correggerli e migliorarli. La doppia certificazione (CasaClima e nazionale) è un doppio costo (molte volte oneroso e che non tutti riescono a sostenere) a cui obbligare i committenti. Tutto questo – conclude Pirone – non è stato fatto dalla maggioranza che ha scelto di respingere questa proposta, rivolta in primis dagli ordini professionali della città, senza spiegare il perché del suo mantenimento”.

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