Un mese alla tappa del Lussari, tra sicurezza e ingressi contingentati

Si valuta l'idea di far salire seimila persone esclusivamente con la telecabina
Marco Pasquariello
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Ad un mese dalla penultima tappa del Giro d’Italia, il monte Lussari e Tarvisio si preparano ad accogliere la Corsa Rosa in quello che potrebbe essere un giorno decisivo per l’assegnazione del podio finale. Oggi il Comitato Organizzatore, insieme allo staff del Giro d’Italia, alla Protezione Civile Regionale e alla Polizia Stradale, ha effettuato un sopralluogo sulla strada in cemento che conduce dalla Val Saisera alla cima, finalmente sgombra dalla neve. Il test è servito da un lato per far provare la salita ai motociclisti che accompagneranno i corridori, vista l’impossibilità di portare auto in cima. Dall’altro invece è stato necessario per avere una idea più chiara di dove posizionare il pubblico. L’idea degli organizzatori, che si confronteranno domani con il Prefetto di Udine Massimo Marchesiello, è di permettere la salita in funivia a seimila persone, tra tifosi, staff e organizzazione, chiudendo buona parte della salita del Lussari.

“In alcuni tratti” ha spiegato Paolo Urbani del comitato organizzatore “il percorso è troppo stretto per permettere il passaggio e lo stazionamento del pubblico, che quindi potrà accedere solo dall’alto, con la telecabina e per un numero massimo di posti, o dal fondovalle, per un paio di chilometri lungo la strada. Il resto del percorso, per motivi di sicurezza, sarà riservato a ciclisti e moto di supporto”.

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