Torna l’incubo Dad, ‘Priorità alla scuola’ pronta a mobilitarsi di nuovo

Sempre più classi in quarantena e con il nuovo protocollo si va subito in Dad, in attesa di tamponi che arrivano con tempi biblici
Daniele Micheluz

Nemmeno il tempo di rodare i nuovi protocolli sulle quarantene, introdotti di fatto a metà novembre, almeno nelle regioni capaci di attrezzarsi, e già si torna indietro, precipitosamente. Priorità alla scuola, per questo, è pronta a mobilitarsi di nuovo in tutta Italia.

“Le dichiarazioni del Governo, ripetute con la gran cassa a inizio anno scolastico, sulla priorità alla didattica in presenza, indipendentemente dai colori delle Regioni, e DAD da considerare unicamente come extrema ratio anche in zona rossa, non hanno retto nemmeno fino alla fine dell’anno solare – spiega una nota di Pas -.  Con la nota di lunedì 29 novembre 2021 si torna indietro di un anno, senza tenere in nessuna considerazione la mutata situazione epidemiologica, non paragonabile ai numeri del 2020, e che non tiene conto del livello di vaccinazione tra personale scolastico (altissimo) e studenti over 12 (molto elevato). Per di più si rinuncia a un obiettivo fondamentale del protocollo dell’ISS del 3 novembre scorso: migliorare il sistema di tracciamento e sorveglianza in ambito scolastico, circoscrivendo in maniera tempestiva i casi positivi. Le quarantene tornano a essere indiscriminate e non selettive, come avevamo chiesto con gran forza nei mesi scorsi e ottenuto a fine ottobre”.

“Questo dietrofront imbarazzante usa la nuova variante Omicron come foglia di fico. I motivi sono infatti ben altri, a partire dall’evidente impreparazione e ritardo delle Regioni – solo la Toscana e il Veneto erano riuscite a applicare in tutta la regione il nuovo protocollo– nella attuazione della sorveglianza con testing. Nulla è stato fatto per potenziare le risorse per i tracciamenti e la medicina territoriale, nulla per introdurre tamponi salivari.  

Assistiamo a un’ennesima dimostrazione del disinteresse e dell’incuria versi i servizi di welfare pubblico, di cui la scuola è un pilastro. Nella conferenza Stato-Regioni queste ultime hanno espressamente dichiarato “troppi i casi da tracciare per le ASL in affanno da giorni per garantire il tracciamento con doppio tampone come previsto dal protocollo del 6 novembre scorso” come se fossimo ancora fermi all’aprile-maggio 2020. Pur consapevoli delle carenze strutturali del sistema scolastico, le Istituzioni competenti continuano a non dotarsi di una pianificazione e programmazione, a partire dal Ministero all’Istruzione e alla Salute, all’altezza dei bisogni di tutta la Comunità scolastica, scaricando sul corpo docente, sul personale ATA e sulle famiglie le conseguenze dell’assenza di servizi pubblici adeguati”.  

“La scuola non si chiude ma si occupa: nelle ultime settimane gli studenti e le studentesse, con le loro azioni, hanno denunciato il limitato accesso al diritto allo studio a causa di un sistema scolastico a pezzi, soprattutto per chi vive in condizioni economiche o psicologiche precarie, creando carenze formative e danni psicologici senza precedenti.   Proseguiamo la loro azione nelle strade e nelle piazze –sottolinea Pas -. Non siamo più disposti ad accettare l’ennesimo sacrificio, l’ennesima negazione del diritto allo studio, pertanto Priorità alla Scuola tornerà a mobilitarsi in tutte le Regioni per ribadire che Scuola e welfare pubblico sono la priorità per il Paese.

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