Turni massacranti, sfruttamento della prostituzione e paghe da fame. Questo il quadro scoperto dalla Squadra Mobile di Trieste indagando su un centro massaggi cinese presente nel capoluogo giuliano in viale D’Annunzio, già sequestrato lo scorso luglio quando all'interno era stata rinvenuta nella disponibilità della titolare la somma di 40mila euro in contanti.
Le investigazioni - coordinate dal procuratore De Nicolo - hanno portato a scoprire come all’interno del ‘centro benessere’ venisse praticata l’attività di meretricio con prestazioni sessuali - anche sadomaso - pagate da 50 a 70 euro.
Le indagini, svolte con servizi di osservazione e l’utilizzo di telecamere nascoste, hanno appurato come le connazionali coinvolte lavorassero 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, a fronte di una retribuzione di appena 200 euro mensili. Alle lavoratrici, inoltre, era vietato uscire dal centro durante le pause pranzo. I pasti, infatti, dovevano essere consumati in loco e celermente. Una pratica finalizzata a non perdere potenziali clienti in caso del loro arrivo.
Dopo le perquisizioni avvenute nelle abitazioni di due donne cinesi e nel centro al centro dell’indagine, sulla scorta degli elementi acquisiti, la titolare, una cittadina cinese di 47 anni, è stata iscritta nel registro degli indagati per agevolazione e sfruttamento della prostituzione. Il centro di viale D’Annunzio, infine, è stato posto sotto sequestro.