Ci sono anche cinque aziende del Pordenonese coinvolte nella maxi operazione della Guardia di Finanza che ha portato ad arresti e sequestri, in otto regioni italiane e all’estero, per frode fiscale e riciclaggio per oltre 8 milioni e mezzo di euro nel settore della ricerca scientifica.
Gli uomini delle Fiamme Gialle di Pordenone, delegati dall’Autorità giudiziaria, hanno acquisito un serie di documenti nelle ditte del Friuli Occidentale interessate. Tutte le carte sono state passate agli inquirenti che decideranno come muoversi. Oltre al Pordenonese, l’operazione tocca Slovacchia, Croazia e Slovenia e le province di Genova, Asti, Milano, Brescia, Trento, Venezia, Belluno, Rovigo, Treviso, Verona, Vicenza, Parma, Avellino e Lecce. Nell’inchiesta si ipotizza un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di reati fiscali, riciclaggio e auto-riciclaggio. Le persone coinvolte sono in tutto 45 e per 12 di queste, ad opera della Guardia di Finanza di Padova, sono scattate misure cautelari e un decreto di sequestro preventivo.
Secondo gli investigatori, a capo del sodalizio c’erano un padovano, un vicentino e un veneziano, tutti e tre arrestati; con loro operavano uno studio di contabilità e molteplici imprenditori. Le Fiamme Gialle hanno accertato uno schema per frodi Iva in cui una società “cartiera” ha emesso fatture per operazioni inesistenti e per un periodo di tempo limitato durante il quale ha omesso di adempiere agli obblighi fiscali nei confronti dell’Erario. Non è escluso che in futuro scattino provvedimenti anche nel Pordenonese.