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Il pubblico ministero ha chiesto oggi, venerdì 6 novembre 2020, la conferma della condanna pronunciata già in primo grado nei confronti di Paolo Calligaris, l’imprenditore friulano di Manzano condannato, con rito abbreviato, a 16 anni di reclusione per l’omicidio volontario della compagna, Tatiana Tulissi, delitto avvenuto nella villa di famiglia di lui, a Manzano, nel 2008, ormai 12 anni fa. La donna era stata freddata con diversi colpi di arma da fuoco.
L’udienza si è tenuta nella Corte d’Assise d’Appello di Trieste dopo che, nelle udienze precedenti, era stato ricostruito anche a livello video, il rumore della marmitta prodotta dal buggy del figlio di Calligaris, allora minorenne, rumore che, secondo la difesa dell’imprenditore, avrebbe potuto essere scambiato per colpi di arma da fuoco. Su questo punta la difesa di Calligaris, rappresentata dall’avvocato Rino Battocletti: spostare l’orario della morte di Tatiana. Un dettaglio non indifferente che pone l’imprenditore lontano dal luogo del delitto nel momento in cui fu consumato.
La stessa richiesta di conferma della condanna a 16 anni di reclusione è arrivata dalla parte civile che rappresenta la famiglia di Tatiana.
Calligaris resta libro; nei suoi confronti non è stata applicata alcuna misura cautelare. L’uomo si è sempre chiarato innocente.
L’udienza è stata aggiornata al 27 novembre. Il processo ormai volge al termine. Si chiuderà con ogni probabilità entro la fine di questo 2020.